Quei «ghirigori» che dividono la destra

Già Albertini chiedeva più strumenti contro i writers. Poi l’assessore alla Cultura disse: «Abbelliscono i muri»

Era un pallino del sindaco Gabriele Albertini e del suo vice Riccardo De Corato che da anni segue l’iter parlamentare di un disegno di legge da lui stesso presentato al Senato e che chiede più strumenti per la guerra ai graffiti. Una campagna che ha ricevuto uno scossone quando il neo assessore alla Cultura, Vittorio Sgarbi, ha cominciato a parlare dei graffitari come artisti («Col loro lavoro abbelliscono le orribili facciate dei palazzi milanesi») e ha proposto di offrire loro spazi per potersi esprimere chiedendo addirittura l’impegno del Comune per conservare le loro opere. Apriti cielo. Immediata la reazione del senatore di An Giuseppe Valditara, autore pure lui di un disegno di legge che chiede per i graffitari pene che vanno dall’ammenda di 2.500 euro all’anno e mezzo di carcere. «È assurdo - si ribella Anton Luca Romano, presidente dei giovani di An -. Non sempre si tratta di semplici imbrattatori, spesso sono artisti che non trovano un luogo adeguato per esprimersi». S’infiamma il dibattito dentro An. «Prima - interviene il capogruppo Carlo Fidanza - offriamo opportunità alternative, poi pensiamo a punire».

Per nulla convinta Barbara Ciabò, la presidente della commissione Casa che parla di «incauta apertura nei confronti dei graffitari». Come sempre combattiva Carla De Albertis. «La destra - tuona l’assessore di An - che chiede muri puliti e dice no alla droga non è bacchettona».

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