E la chiamano ancora «capitale della Cultura». Con la «C» maiuscola. La realtà, invece, è tuttaltra. «Premesso che Genova, capitale della Cultura, appare ormai lontanissima, quasi una favola dei tempi antichi - lamenta il consigliere comunale del Pdl, Gianni Bernabò Brea -, devo constatare che diversi musei stanno clamorosamente precipitando nel baratro dellinsuccesso, con un numero di visitatori sempre più fortemente in calo, che lasciano ipotizzare un oscurantismo su diversi spazi culturali, quali il Museo Luxoro di Nervi, il Museo Navale di Pegli e il Gam, la Galleria di arte moderna di Nervi».
Per questo, Bernabò Brea si rivolge al sindaco con «uninterrogazione urgente con risposta scritta» in cui sottolinea, fra laltro, che il Museo Luxoro, ospitato nella magnifica cornice di parco che si affaccia sulla scogliera di Nervi, ospita collezioni di dipinti e disegni, mobili, ceramiche e oggetti vari darredo, e statuine da presepio del XVIII e XIX secolo. E che il Museo Navale, riaperto dopo una ventina danni e un costo di 5 milioni e mezzo di euro per il contorno del parco, conserva collezioni marittime riferite a Genova nellepoca che va dal XV al XIX secolo ed è possibile la visita degli antichi cantieri navali. E, infine, che la Gam, anchessa riaperta di recente dopo ventanni, annovera circa 2500 opere databili da inizio 800 allepoca moderna, ma rimane unutopia la sua rinascita.
In questo quadro, è proprio il caso di dire, «nonostante i ripetuti messaggi di rilancio per i musei genovesi enunciati dallassessore competente Andrea Ranieri, il piano culturale per Genova non sta navigando in un mare tranquillo, tuttaltro». Quindi, al di là degli slogan, Bernabò Brea interroga il sindaco Marta Vincenzi per sapere innanzi tutto «se è volontà dellAmministrazione mantenere i musei citati». Inoltre, «se non si è pensato a un progetto di salvaguardia degli stessi, attraverso lintervento di sponsor, prendendo esempio da altre grandi città che proprio attraverso gli sponsor riescono a ridare vita a musei e collezioni preziose».
Il consigliere comunale del Popolo della libertà insiste, e si domanda «se non si sia altresì riscontrato un difetto nella comunicazione che porti a conoscenza dei turisti e degli stessi genovesi il valore di detti musei che fanno parte della storia di Genova e che come tali non meritano larchiviazione».
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