Quei quotidiani che giocano a nascondino

Che imbarazzo ieri. Giornaloni e giornalini ce l’hanno messa tutta nel nascondere le motivazioni con cui 15 giorni fa i giudici della Seconda sezione della Corte d’appello di Milano hanno assolto Silvio Berlusconi dall’accusa di aver corrotto l’ex capo dei Gip di Roma al fine di ottenere una sentenza sulla Sme a lui favorevole. Il verdetto - come abbiamo riferito - stabilisce che i pm hanno ignorato un dato assolutamente incontrovertibile, ossia che il Cavaliere non ha avuto dai giudici della capitale alcun trattamento di favore. Anzi. «Mostrandosi più realisti del re, i magistrati assunsero iniziative contro le richieste del pm, ma in senso sfavorevole agli interessi di Berlusconi».
Per anni noi del Giornale abbiamo spiegato che il processo Sme non stava in piedi. Per anni abbiamo sostenuto che non si poteva accusare il Cavaliere di aver corrotto un giudice che non aveva nulla a che fare col processo Sme per aggiustare il processo Sme, perché era un non senso. Per anni abbiamo scritto che della vicenda s’erano occupati 15 magistrati e nessuno di questi era accusato d’essere corrotto. Per anni abbiamo sostenuto che alla fine le sentenze avevano penalizzato Berlusconi. Insomma, il capo della Fininvest era accusato d’aver comprato un magistrato che non c’entrava nulla con la Sme per farsi dar torto. Anche un bambino avrebbe capito che la storia non stava in piedi. Ma giornaloni e giornalini no. I grandi quotidiani, ma anche quelli minori come l’Unità, hanno scritto paginate intere, dando corda ai pm di Milano, chiudendo gli occhi sui buchi dell’inchiesta, sull’assoluta mancanza di logica.
E adesso? Adesso che il Cav è stato assolto? Il quotidiano fondato da Antonio Gramsci e affondato dai Ds si è limitato a un pezzo di 65 righe, titolato «Prove contraddittorie per Berlusconi, diverse le responsabilità di Previti». Una piccola operazione di disinformazjia, perché a essere contraddittorie non sono le prove contro Berlusconi, ma la sentenza di primo grado e le stesse accuse dei pm, come spiegano i giudici della Corte d’appello. Ma che imbarazzo anche al Corrierone, sulle cui pagine non compare il nome di Berlusconi nel titolo. La notizia è confinata in un angolo di pagina 22: «Sme, Squillante fu pagato, ma non ci fu corruzione». E la Repubblica? Mette tutto in un angolino, a pagina 14, in basso, camuffando la bacchettata ai pm di Milano fingendo che Berlusconi sia stato assolto per insufficienza di prove.


Ma come? La Corte d’appello affonda un’inchiesta durata 12 anni, che ha inquinato la vita politica e tenuto in scacco il leader dell’opposizione, nella sentenza si dice che i pm hanno ignorato elementi fondamentali, che portavano ad archiviare tutto già nel 1996, e che fanno giornaloni e giornalini, quegli stessi che titolavano a tutta pagina sul Cav corruttore? Nascondono. L’Unità, il Corriere e la Repubblica, come se fossero un Oggi qualsiasi, imboscano. Direte: è la stampa, bellezza. Sì, ma quella che ha un conflitto d’interessi. Con la correttezza.

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