Quei sindaci Giuda: disposti a tradire anche la squadra del cuore

Da Veltroni a De Magistris quanti a sinistra hanno cambiato «fede» per calcolo: ma ci si può fidare?

Quei sindaci Giuda:  disposti a tradire anche  la squadra del cuore

di Una cosa è il partito. Un’altra la partita. Prendete certi personaggi della nostra politica, alla voce sindaci. Veltroni Walter, che fu di Roma, ha il cuore bianconero, ha partecipato a feste e celebrazioni tricolori, nel senso di scudetto, ospite della famosa Triade (colluso?, direbbero le anime pure) ma sulla scalinata del Campidoglio ha sventolato il drappo giallorosso, si è messo al collo la sciarpa biancazzurra della Lazio che è di destra ma romana, dunque preziosa per portare a casa voti e preferenze.

Ma Veltroni non è l’unico della comitiva. Si sono infilati nel corteo due sodali illustri, di gran moda. Michele Emiliano è il primo cittadino, non soltanto per stazza, di Bari. Direi anche della Bari, come viene chiamata la squadra di pallone. Pare, anzi viene dato per certo che lo stesso Emiliano tenga cuore rossonero, milanista, ma San Nicola, patrono e stadio della città, vanno onorati, dunque il sindaco ha spostato la fede, addirittura costretto, dopo alcuni episodi di violenza accaduti durante un torneo amichevole estivo, a scrivere una lettere di scuse, a nome della città, a un club milanista di Monopoli, i cui iscritti erano stati aggrediti a Bari. Emiliano, secondo letteratura figlio di un calciatore professionista, sa che si può cambiare bandiera, anche in politica, non soltanto nel football, disciplina che ha sostituito la sua prima passione: la pallacanestro.

Prendete il caso di De Magistris Luigi. Dopo la sua elezione a sindaco di Napoli si è fatto vedere, e ritorna puntualmente sul luogo per le fotografie e le inquadrature da repertorio, allo stadio San Paolo, accanto al presidente De Laurentiis. Qualche romantico cronista aveva scritto e detto il contrario, De Laurentiis siede accanto al sindaco. Eh no! Non tutti i De sono uguali, De Magistris ha capito che De Laurentiis vale voti quanto il pubblico dei suoi cinepanettoni, forza Napoli può valere più di Forza Italia, dunque il popolo azzurro, colore del nemico anche quello, va coccolato, possibilmente con cori e applausi. I cultori e biografi del sindaco riferiscono che De Magistris sia, in verità, tifoso dell’Inter, la qual cosa servirebbe a comprendere l’assunzione nel suo staff della coppia Narducci-Auricchio, protagonisti dello tsunami calcistico del duemila e sei, calciopoli, insomma i killer della Juventus e, in contemporanea, i badanti e sponsor dell’Inter detta Beneamata, un magistrato e un carabiniere, con carriera politica importante e fulminea, una versione bis del cursus honorum di personaggi e interpreti di Tangentopoli.

Poi ci sono i casi curiosi degli ultimi due sindaci di Torino: Sergio Chiamparino gran tifoso del Torino è accusato dalla curva granata di aver favorito la Juventus per la concessione e

l’acquisto del nuovo stadio, Piero Fassino, grande cuore bianconero, viene contestato per lo stesso motivo, avendo offerto al Toro la possibilità di comprare terreno e stadio Olimpico. Tengono tutti famiglia, vanno capiti.

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