Quei tunnel dimenticati nel cassetto

Sui quotidiani ogni tanto appare una pagina che, con grande suggestione, mostra due grandi tubi appaiati destinati a contenere, in quindici chilometri, il traffico delle auto da Rho a Linate. Una pagina abbastanza misteriosa, perché a leggerla con attenzione e approfondimento non dice nulla di nuovo al lettore. Il costo dell'operazione, di un miliardo e mezzo di euro, dovrebbe essere zero per il Comune, perché i privati costruttori si rifarebbero con i pedaggi, ma ora, novità, si parla di un necessario contributo pubblico attorno agli ottocento milioni. L'impressione è che purtroppo tutto questo, inserito nelle opere di pubblica utilità per l'Expo, rischi di restare un sogno, seguendo quanto accaduto per il tunnel sotto i Bastioni. C'era addirittura una società, la Progetto Bastioni spa, per la realizzazione di una galleria circolare sotto la cerchia dei Bastioni, lungo oltre undici chilometri e profondo nel punto più basso quarantotto metri.
Si tratta di opere che sicuramente contribuirebbero a risolvere il traffico, ma che presentano grandi difficoltà non solo politiche. Qui si tratta di attraversare la città, in entrambi i casi, e trovarsi davanti a inconvenienti, considerando lo stato caotico e imprevedibile del sottosuolo milanese, che non è certo quello ragionato di Parigi o di Madrid. E poi il problema di correre a fianco o sotto alle reti metropolitane non è da sottovalutare. Ci abbiamo messo vent'anni a costruire ognuna delle tre reti, quanto tempo pensiamo ci voglia per costruire i tunnel? Se si continua a perdere tempo lo vedranno (forse) i nostri nipoti. Ricordiamo che ciò che si costruisce sotto terra ha sempre un costo di almeno quattro volte superiore a quello che richiedono le opere di superficie.

Siamo sempre davanti ad annunci, proclami, rinvii, progettazioni, preventivi: nulla di più e così il cittadino (lo scriviamo augurandoci di sbagliare le previsioni) seguiterà a trovarsi in un traffico semplicemente sempre più difficile.

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