Quel che rimane... di una fabbrica che produsse un mito

C’era una volta una fabbrica, dove si produceva un mito. Quello della Lambretta. Dal 20 al 23 settembre quei capannoni ospitano la mostra collettiva «What Remains. Quello che rimane» a cura di Marco Tagliafierro, il secondo appuntamento con l'arte contemporanea presso l’ex capannone industriale Lambretto (via Arrighi 19). «Stützpunkt», l'opera dell'artista americana Lisi Raskin, un’installazione ambientale che richiama nella forma l'ex capannone, ospita a sua volta le opere di 13 artisti. «Si tratta di ambientazioni, foto, video e sculture messe in comunicazione tra loro sulla base delle loro stesse affinità segniche», spiega Marco Tagliafierro.

«L'installazione di Peggy Frank è costituita da specchi rotti, nastro adesivo e grondaie arrugginite che confinano con un intervento cromatico di Nicola Gobbetto, mentre l'installazione sonora e luminosa di Simone Tosca emette stimoli che paiono esprimere l'anima dell'architettura stessa». La struttura architettonica dialoga anche con ciò che la circonda, come se il confine tra ciò che è dentro e ciò che è fuori venisse a cadere.

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