«Quel disturbo è molto doloroso: può colpire chi usa male la penna»

MilanoProfessor Ernesto Valenti, chirurgo ortopedico, cos’è la sindrome di De Quervein, che ha colpito Berlusconi?
«È un’infiammazione della guaina che contiene i tendini estensori del pollice. In pratica, quando si è colpiti da questa patologia non si può più fare il gesto dell’autostop... O meglio, chi prova a farlo sente molto male».
Ma quanto è doloroso?
«Si sentono delle fitte lancinanti. È difficilmente sopportabile e praticamente inibisce l’uso della mano».
È una patologia diffusa?
«Non come il tunnel carpale. Ma succede con frequenza. Però può essere arginata sul nascere. Di fronte ad una tendinite si mette a riposo la parte e con una terapia locale va a posto. Se uno si trascura peggiora. E questo accade soprattutto alle mamme».
Le mamme?
«Certo, è meglio dire alle neo-mamme, quelle che tengono a lungo in braccio il proprio bambino. Per abitudine, infatti, la donna in quella posizione porta il pollice in ipertensione ed è il classico modo per infiammare il tendine».
Però questa sindrome ha colpito anche il presidente del Consiglio.
«Lo so, lo so. Ma statisticamente le mamme sono le più colpite. Poi ci sono gli uomini e per loro le cause della tendinite sono le più varie. Per esempio, ne sono colpiti i musicisti, oppure chi lavora al computer e usa molto il mouse. Infine gli sportivi che usano la mano in modo ripetitivo e molto a lungo».
Insomma è questa sindrome un’insidia di tutti i movimenti della mano che ripetiamo tutto il giorno in modo automatico.
«Esatto, e l’infiammazione del premier potrebbe essere stata provocata dalla posizione della penna quando scrive, oppure è abituato a mantenere in tensione la mano quando parla o si muove. Insomma, ci sono diverse variabili da considerare ma tutte rientrano nella gestualità quotidiana».
Ma con la tendinite si deve arrivare necessariamente all’operazione?
«No, assolutamente. In generale la fisioterapia, un tutore e una terapia locale risolvono l’infiammazione e non serve l’intervento. Ma è necessario mettere a riposo la mano. Se uno non si ferma, l’infiammazione peggiora e diventa acuta».
E si arriva al bisturi.
«Sì, perché diventa tendinite crepitante e la risolve solo il chirurgo. Ma non è un intervento complesso. Si opera in anestesia locale: si apre la guaina che racchiude i tendini estensori il cui movimento risulta quindi libero e non ostacolato».


E dopo si guarisce subito?
«Il recupero è molto rapido perché l’operazione di per sé è già risolutiva. Il dolore scompare nel giro di pochi giorni. E la mano riacquista tutta la sua forza, basta solo un po’ di fisioterapia e qualche giorno di riposo».

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