Quel tipo di obbligazione che non vuole condizioni

Gianfranco Miglio Se \ confrontiamo i due rapporti in ordine al loro contenuto vediamo che quello di contratto-scambio ha per contenuto un contratto. Dove c'è politica, invece, \ il contratto gioca male: i rapporti politici implicano sempre più o meno esplicitamente una relazione di fedeltà.
\ Uno dei segni che testimoniano il fatto che l'aggregazione familiare era originariamente un'aggregazione politica lo si rileva dal fatto che tra il maschio e la femmina che si accoppiano, in tutti gli ordinamenti istituzionali, si presuppone o si crea un rapporto di fedeltà.
\ Qualcosa di analogo accade nel rapporto di obbligazione politica: chi aderisce ad un partito o ad un movimento politico si vede richiedere un'adesione che non sia condizionata. \ Gli aggregati politici più forti sono \ quelli che chiedono all'aderente il sacrificio della vita: usque ad effusionem sanguinis, fino a versare il sangue. Il patto di fedeltà più coerente implica quindi la stessa disponibilità a rinunciare all'esistenza. \ Esiste un rapporto di fedeltà quando un impegno è portato a prevalere su tutti gli altri.
\ Se invece ci si sposta sul contratto, si nota che un rapporto contrattuale funziona tanto meglio quanto più sono definite le condizioni della relazione di scambio. In un rapporto di scambio si prevedono anche i casi di forza maggiore (a seconda delle regole pattuite: «Farò questo se le condizioni lo permetteranno», cioè con l'introduzione di clausole). \ La fedeltà, invece, resiste a qualunque condizione.
\ Ecco allora la differenza profonda fra i due tipi di obbligazione.

Da una parte abbiamo questo prevalere dell'obbligazione politica sulle altre, con l'annullamento di tutte le condizioni che si pretende di imporre; dall'altra, invece, il limite è eretto a regola e la definizione del limite stesso dell'impegno viene elevata a condizione strutturale del rapporto medesimo.

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