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«Quella Asl lavora per i clan» Per la prima volta azzerata anche un’azienda sanitaria

Commissariata la «Napoli 4» per collusioni dei vertici nominati dalla giunta Bassolino. Appalti per centinaia di milioni all’anno «a imprese espressione della malavita»

«Quella Asl lavora per i clan» Per la prima volta azzerata anche un’azienda sanitaria

Pierangelo Maurizio

da Napoli

Sciolta. La Asl Napoli 4, una delle aziende sanitarie dell’hinterland napoletano più importanti, con 500-600mila abitanti al centro dell'area ad alta densità malavitosa tra Pomigliano, Acerra e Nola, da ieri è ufficialmente sciolta per infiltrazioni camorristiche. E oltre che il fallimento di un’intera classe dirigente è la sconfessione del segretario dei Ds Piero Fassino e del governatore Antonio Bassolino: non più di una settimana fa avevano giurato che qui il centrosinistra non ha «schifezze» negli armadi.
Il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu ieri mattina alla riunione del Consiglio dei ministri è entrato con la cartellina sotto braccio e dentro il provvedimento che da tempo era nell'aria. Adesso dovrà nominare il commissario che deve tranciare l'intreccio mortifero tra sanità e clan camorristici. Un record assoluto: la Campania, oltre ad avere la più alta percentuale dei consigli comunali sciolti perché finiti sotto il controllo della camorra, ora ha anche la prima Asl nella storia d'Italia azzerata per gli stessi motivi.
Sulla vicenda il ministro Giuseppe Pisanu si è mosso con estrema cautela. La «Commissione d'accesso», che aveva il compito di radiografare l'Asl e gli appalti, messa in piedi dalla Prefettura di Napoli ha cominciato i lavori ad aprile e li ha conclusi a luglio. La relazione con rilievi pesantissimi è stata quindi consegnata al prefetto. Ai primi di settembre è finita sulla scrivania di Pisanu. Un'ulteriore, minuziosa istruttoria da parte degli uffici del Viminale non ha fatto altro che confermare quei rilievi pesantissimi e quindi si è arrivati al decreto di scioglimento di ieri: un atto dovuto.
La «Commissione d'accesso» ha riscontrato «la presenza di concordanti elementi di condizionamento camorristico». In questi anni alla Asl Na4, gestita da manager scelti dalla giunta regionale di centrosinistra e dove le nomine rispondono a criteri politici, sono state sistematicamente disattese le norme antimafia. Buona parte dei 500 milioni di euro, il bilancio annuo della Asl Na4, è dunque finita nelle casse di imprese «diretta espressione della camorra o collegate ai clan».
Appalti e forniture sono stati affidati a ditte che o non avevano il certificato antimafia al momento dell’aggiudicazione o ne sono state private successivamente. Questo è avvenuto principalmente nel settore delle pulizie, ma illeciti di vario tipo riguardano anche cooperative sociali, fornitura dei pasti, trasporto dei rifiuti ospedalieri e vigilanza.
È la classica punta dell'iceberg. Esempio: per la società che ha l'appalto delle pulizie alla Asl Na4, ma anche all'Asl Avellino 1, all'ospedale di Caserta nonché alla Metronapoli, ed è in affari con un colosso delle cooperative rosse, la Prefettura di Napoli ha comunicato «l’interdittiva antimafia» (ovvero la segnalazione che l'azienda non ha più il certificato antimafia) il 23 maggio scorso.
Marcello Taglialatela, il deputato di An che più ha seguito questa vicenda, commenta: «È un triste primato, di cui non vado fiero» dice: «L'unico aspetto positivo di questa faccenda è che ora il commissario nominato dal ministero dell'Interno potrà liberare la Asl Na 4 dalle infiltrazioni della malavita e fare quello che in tutti questi anni non hanno voluto o potuto fare gli amministratori scelti dal centrosinistra». Va giù duro, l'onorevole: «In Campania il centrosinistra nei Comuni, nelle Asl, a livello regionale è colluso con chi accetta e tollera la camorra».
Il fatto è che a Napoli il lavoro di pulizia si preannuncia piuttosto lungo. Secondo un dossier presentato da Alleanza nazionale, e che finora non ha ricevuto smentite, perfino nella sede della Regione Campania a spolverare scrivanie, corridoi e toilette è la camorra, o un'impresa in odor di camorra.
Interessante l'analisi del ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi, che è anche il coordinatore di An nella regione: «Se si mantiene il consenso attraverso questo tipo di gestione amministrativa, l'illegalità diffusa produce anche un'alterazione del consenso. È un problema del tutto evidente».
Detto in modo più esplicito: l'egemonia politica in Campania, dove in questi 13 anni come dice Bassolino «il centrosinistra ha sempre vinto», è fondata sul voto di scambio? E lo scambio è avvenuto (anche) con la camorra?
Fino a ieri di fronte allo scandalo della Asl Na4 la giunta regionale, il centrosinistra in genere, il Comune guidato da Rosa Russo Iervolino hanno risposto con il silenzio. Unica eccezione, l'assessore alla Sanità Angelo Montemarano in un'intervista al Giornale ha spiegato che la Regione finora non era intervenuta «perché non abbiamo avuto dalla Prefettura la relazione».
Forse, è un po' poco.
pierangelo.

maurizio@alice.it

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