Quella facile profezia del voto egiziano agli islamici

Peggio del previsto: dietro i Fratelli musulmani si affermano i salafiti

Negli anni ’50 dall’Egitto, quando i Liberi Ufficiali presero il potere con Nasser alla testa, tutto il Medio Oriente divenne preda del panarabismo nazionalismo, con le sue guerre, il suo odio anti occidentale, il suo furore filo sovietico. Ora, sta cominciando con le elezioni in Egitto un’altra era, quella del rinnovato potere islamico, ha il volto della vittoria di ieri della Fratellanza Musulmana alle elezioni. Non poteva andare diversamente, le speranze che la fila davanti ai seggi egiziani volesse dire modernità, attesa di un domani di libertà sono andate in fumo non appena i primi risultati sono venuti alla luce: la quota presa dai Fratelli Musulmani, sotto forma del Partito Giustizia e libertà, ne fa di gran lunga il primo partito con una percentuale fra il 40 e il 50 per cento, mentre al secondo c’è Al Nour, un raggruppamento ancora più estremista, salafita, ultra religioso.

Il Blocco Egiziano di cui fanno parte Egiziani Liberi, Tagammù e Egitto Social Democratico, i laici, prendono circa il 22%. Sono dati riferiti a un terzo della popolazione che comprende 85 milioni di cittadini, ma il loro significato è evidente. Il governo militare si vanta che l’affluenza alle urne del 70% dimostra che l’Egitto dà un grande segnale di partecipazione democratica. Però si dice che tanto gli interessa la democrazia da aver aiutato in ogni modo i partiti religiosi. L’affluenza ha portato alla vittoria un Partito che della libertà ha un concetto di cui non fanno parte parità dei sessi, certezza del giudizio, bando della pena di morte, libertà di vestirsi, di alimentarsi, di scrivere e leggere come si vuole. Stavolta peccato che le votazioni siano un cavallo che si monta solo per imporre la propria legge. Nata dal pensiero di Hassan Al Banna nel 1928, la Fratellanza pensa che l’Occidente abbia corrotto l’Islam per opprimerlo, e che recuperato alla sua purezza potrà riconquistare l’egemonia. Il motto è: «Allah è il nostro fine, il Profeta è il nostro leader, il Corano la nostra legge, la jihad la nostra strada, morire sulla strada di Allah la nostra speranza». I Fratelli Musulmani e Al Nour hanno vinto la prima tornata. Cosa significa una vittoria della Fratellanza, unica forza organizzata? I Fratelli intendono presentarsi come un interlocutore degno degli aiuti internazionali promessi. Ma in breve tempo la sharia non ammette repliche, e possiamo prevedere che non sarà cortese con i copti; che imporrà il bando sulla musica, i divertimenti, gli alcolici, i vestiti occidentali.

Le donne soffriranno per la poligamia, le mutilazioni genitali, l’oppressione. Gli omosessuali avranno vita dura. Potrà prevalere un atteggiamento ostile verso Israele, anche se è difficile dire se verrà cancellato il trattato di pace. Dipende da noi e da Obama moderare le peggiori tendenze.

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