Caro Massimiliano, con il tuo fondo sei riuscito a fare luce su una nuova immagine della nostra città. Unimmagine diversa da quella a cui siamo abituati. Dopo tante parole sullindole mugugnona e «chiusa al rapporto con gli altri»..., dopo tante parole sullincapacità di avere fiducia e sulla stanchezza morale dei genovesi..., fa un certo effetto illuminare la «vitalità nella quotidianità» della nostra Città. Questo non vuole dire disconoscere le giuste critiche, ma evidenziare che a fronte di una componente dedita allignavia e al mugugno, ne esiste unaltra che va controtendenza. Una parte virtuosa che può essere composta in maniera trasversale allinterno delle generazioni e delle convinzioni politiche. Una parte che sta uscendo allo scoperto e che possiamo trovare sempre di più fra la «gente comune».
Quella gente che ti stupisce sia dal punto di vista culturale, che da quello economico sociale. Gente interclassista, dove puoi trovare limprenditore lungimirante, loperaio coscienzioso, la casalinga attenta alle necessità della famiglia. Gente capace di aprirsi agli altri e di dare un volto alla solidarietà e alla condivisione.
A fronte di tutto questo, possiamo dire che, dopo tanti anni di sindrome da «partecipazioni statali», esiste la possibilità di dare una svolta alla nostra Città. Certo bisogna essere in grado di creare le occasioni per farlo diventare un circolo virtuoso. Da qui la responsabilità di chi detiene o vuole detenere il potere politico ed economico. Una responsabilità che impone un cambiamento culturale delle élites cittadine.
Tutto questo consapevoli che lepoca del «tran tran» e delle non decisioni è finita... e che perseverare nella «politica da salotto» è il peggiore delitto che una persona impegnata nelle Istituzioni Liguri può commettere. In questottica è importante lappuntamento delle Regionali dove la scelta fra Biasotti e Burlando è una scelta fra lo Sviluppo e il conservatorismo.
In questottica è importante che la cosiddetta classe dirigente si renda capace nei vari ambiti di azione a cambiare mentalità coinvolgendo e non escludendo. Un cambiamento di mentalità che sottintende avere come obiettivo prioritario non la conservazione dei privilegi, ma la volontà di sostenere la voglia di crescita della nostra Città.
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