Gentilissimo dottor Lussana, sono veramente felice che, con il Suo prezioso aiuto, in questo mese d'agosto, principalmente dedicato alle vacanze, il dibattito sulla cultura abbia trovato così ampio spazio sulle pagine de «il Giornale Genova» da Lei così arditamente diretto.
Caro Lussana, deve sapere che ho inviato lettere anche ad altri quotidiani ma, a parte una risposta che mi ha delusa - secondo un noto scrittore la concorrenza della grande distribuzione e delle librerie di catena va combattuta con il sorriso; provi un po' a pagare l'affitto, i fornitori e le bollette con il sorriso - nessun'altra redazione cittadina o nazionale ha ritenuto interessante l'argomento, che ho piacere si sia allargato anche ai cinema ed alle scuole che scompaiono.
Ho seguito con la massima attenzione tutti gli interventi dei diversi concittadini che si sono appassionati alla discussione però, essendo io una micro imprenditrice, vorrei portare il dibattito su ciò che già il signor Cimaschi ha evidenziato: per una vera e democratica diffusione della cultura sono necessarie delle leggi che non siano a favore sempre dei più forti e qui entrano in gioco i politici che probabilmente in questo periodo di ferie non leggono i giornali o ancor più grave, se li hanno letti, non hanno ritenuto l'argomento così importante da dedicargli un po' di tempo. Speriamo nell'autunno!
Certo è veramente triste una città dove si deve decidere se far venire i tifosi milanisti o no per (...)
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