Ma a quella rassegna invece la Cina ci sarà

di Fiamma Nirenstein

Hanno reclutato la migliore, la mia «idola», la sublime vincitrice di due premi Oscar, la shakespeariana Emma Thompson. Forse è un’ignorantona, invece, o forse, come spesso accade tra i suoi pari in Inghilterra, ama parafrasare la sua antipatia per gli ebrei in biasimo e delegittimazione contro Israele. Lei e alcuni altri suoi amici del salotto buono hanno scelto infatti di cacciare via non per esempio la Cina, campione di condanne a morte e violazioni di diritti umani che parteciperà in bellezza alla maratona shakespeariana del Globe Theatre, ma il centenario, magnifico teatro Habima, nato ancor prima dello Stato di Israele grazie all’amore profondo che ha sempre caratterizzato quel Paese nei confronti della cultura. È per quell’amore che l’Habima, tradizionalmente piuttosto di sinistra, ha tuttavia portato anche nei territori tanto bel teatro. Condanna a morte, dunque, per Israele e la sua cultura. Boicottaggio! Mentre a Gaza sono stati giustiziati tre poveracci, di cui uno condannato per collaborazionismo e due per stupro (e chissà qual è la verità, visto il magnifico sistema giudiziario), e sotto l’autorità palestinese si mettono in galera i blogger critici verso Abu Mazen. Ma su tutto questo Emma Thompson non avrà mai niente da dire. Il salottino buono adora biasimare gli ebrei, pardon, Israele.

Eppure l’Habima avrebbe portato lì, guarda che lapsus, proprio Shylock, colui che nel Mercante di Venezia dice: «Se ci pungete (forse perché siamo ebrei, ndr) non sanguiniamo?». Dopo la poesia filo-iraniana di Günther Grass pensavamo di averle viste tutte. Ma la capacità di stupire (in negativo) dei radical chic d’Europa pare senza fine.

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