Quella Sissi, Tre metri sopra il cielo

Sissi, Tre metri sopra il cielo. Un po’ perché ha fatto un botto di ascolti. Un po’ perché ieri il produttore della fiction ha annunciato con orgoglio che è stata acquistata da 44 Paesi. Un po’ perché l’altra Elisabetta d’Austria (Sissi, appunto) che tutti ricordano, forse persino più dell’originale, aveva la faccia di Romy Schneider e venire dopo Romy Schneider... Ma Sissi, Tre metri sopra il cielo perché malgrado i riusciti sforzi dei protagonisti, più che una storia d’amore all’ombra dell’Impero Asburgico, la fiction di Raiuno sembrava un bignami dei film di Moccia, Brizzi, Veronesi, Lucini, Muccino, De Biasi & c. Con un po’ d’attenzione si poteva anche sentire il tintinnio dei lucchetti sul Ponte Milvio.
Quando a corte, davanti alla graziosa imperatrice Cristiana Capotondi e alla sua bellissima dama di compagnia, Katy Saunders, hanno annunciato l’arrivo di Napoleone III, siamo rimasti basiti nel non vedere Riccardo Scamarcio.
Il musetto della Capotondi inquadrato in primo piano mentre raggiunge il ricevimento per le sontuose nozze, senza un Nicola Vaporidis che venga a strapparla all’ultimo secondo dall’altare, dai doveri di corte e dal marito imperatore, ha lasciato perplesso lo spettatore quasi come se Rin Tin Tin avesse fatto irruzione in una puntata di E.R. A stridere era quello che non c’era, l’altra sera su Raiuno. Perché certi dialoghi («l’aspetto fisico non conta, sono i sentimenti l’importante») e certi visi sanno troppo di Notte prima degli esami e di Come tu mi vuoi per uscire improvvisamente di trama, entrare a corte, recitare in costume. Se, con grande fatica, qualcuno fosse riuscito a intravedere Sissi nella Capotondi, a scordarsi la secchiona con l’anima da cubista del film di Volfango De Biasi o la figlia del professore carogna in quello di Fausto Brizzi, se si fosse dimenticato che l’aspirante fidanzato Vaporidis era sempre alla porta, se uno fosse riuscito nel miracolo, ecco finalmente entrare, nei panni della dama di compagnia dell’imperatrice, la Babi (Saunders) della pellicola di Luca Lucini.

Per non parlare della sorella di Sissi, Nené, quella Christiane Filangieri reduce da I Liceali e da Ho sposato uno sbirro, o di Eugenia, moglie di Napoleone III, quella Andrea Osvart del film di Christian De Sica (scritto da Fausto Brizzi) The Clan, quella Osvart che era la bionda della bionda e la mora sul palco dell’Ariston. Anno 2008, conduzione, ovviamente, di Pippo Baudo. La mora era Bianca Guaccero. L’unica non invitata a corte.

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