Quella strana rottura tra la Carfagna e Bocchino

Tra Mara ed Elisabetta, lui ha ufficialmente scelto Eli: «Ormai con Mara Carfagna abbiamo poco da dirci», ha annunciato Italo Bocchino pochi giorni fa, in un’intervista al magazine femminile «A». Che - maliziosamente - ha dato alla notizia della rottura un retrogusto quasi rosa: «Lei ha preso una strada, io un’altra».
In realtà, la questione è tutta politica, sia pur sullo sfondo di una love story, quella tra Fini e la Tulliani: il capogruppo di Fli non perdona al ministro delle Pari opportunità di non aver dato solidarietà alla compagna del presidente della Camera, «una donna che ha la sola colpa di essersi innamorata dell’uomo che ha puntato il dito contro Berlusconi». Sembra la fine di un collaudato sodalizio politico, che alle scorse Regionali ha fatto esplodere le quotazioni nazionali del ministro, imposta come capolista Pdl in Campania proprio da Bocchino: 58mila preferenze, un record. Vittima dell’exploit Bocchino-Carfagna il classico terzo incomodo di ogni plot che si rispetti: l’ex sottosegretario Nicola Cosentino, coordinatore regionale e nemico giurato dei due.
In realtà, dice il gossip partenopeo, Bocchino doveva a Fini (e soprattutto a Eli) la pubblica scomunica di Mara. Ma il rapporto personale tra i due sarebbe rimasto inalterato, e soprattutto l’avversario comune resta l’ingombrante Cosentino. Che la Carfagna è tornata ad attaccare in tv domenica sera: «Per lui vale la presunzione di innocenza, ma i miei voti sono tutti incompatibili con Cosentino». Un messaggio criptato, giurano i «cosentiniani»: Carfagna e Bocchino vorrebbero impedire al coordinatore regionale di scegliere il prossimo candidato sindaco di Napoli, individuato nel forzista Fulvio Martusciello. Magari, aggiungono le malelingue, per insediare sulla poltrona di Rosetta Jervolino proprio la bella ministra, che allo scopo sarebbe addirittura pronta a dar vita a una scissione del Pdl campano, sul modello siculo di Miccichè. E naturalmente in alleanza con Bocchino.
«Una valanga di veleni del tutto infondati», liquida seccamente il gossip la diretta interessata. Oltretutto, fanno notare dalle sue parti, il coordinatore campano è - come tutti gli altri - in uscita: nessun bisogno di fargli la fronda, basta aspettare. E comunque Mara Carfagna fa il ministro, è appassionata al suo lavoro e ottiene consensi crescenti. Anche dalle opposizioni: giusto l’altroieri Piero Fassino ha confessato che gli piacerebbe «ballare un tango» con lei; mentre Dario Franceschini le dichiara stima: «Ha iniziato tra ironia e pregiudizi. Invece si è dimostrata una persona preparata che studia e approfondisce».

Nessunissimo interesse, dunque, per la patata bollente del Comune di Napoli, oltretutto invaso di nuovo dall’immondizia. Quanto alla scissione, il ministro ride alla sola idea: ha appena fondato con Frattini, Gelmini e Prestigiacomo l’associazione «Liberamente», di stretta fede berlusconiana. E «con quella farò politica. Dentro il Pdl».

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