Quella tassa d’altri tempi che va ai consorzi di bonifica

Fra le tante tasse pagate in Campania per servizi inesistenti (una su tutte, quella sulla spazzatura), la Regione guidata da Antonio Bassolino (nella foto), ne impone una, destinata ai consorzi di bonifica, 11 in Campania, per interventi non più necessari. A pagare il balzello, un milione di cittadini. Perché? Al quesito risponde il capogruppo di Sinistra democratica, Tonino Scala, che ha preparato un «libro bianco». «È una tassa fuori luogo e fuori tempo - spiega Scala - e oggi gli addetti a quelle aree, se ne stanno con le mani in mano». Nel quartiere di Ponticelli, uno dei più degradati, ogni anno le famiglie sono costrette a pagare una cinquantina di euro. «A Ponticelli non c’è bisogno di alcuna bonifica ma da 70 anni, chi vive qui paga il suo inutile balzello», spiega Scala.
Stesso discorso vale per piazza Garibaldi a Napoli, oppure a Castellammare di Stabia. Ma c’è anche un altro paradosso: una famiglia paga annualmente, più di quanto paghi (34 euro) un’azienda. In Campania l’azione di alcuni consorzi è meritevole e necessaria ma servirebbe una rimodulazione dei consorzi. Non si tratta di eliminare posti di lavoro ma redistribuire le forze in campo. Oltre al tributo, ai Consorzi di bonifica, arrivano altri soldi pubblici: li eroga l’assessore alle Attività produttive, Andrea Cozzolino, stesso partito di Bassolino, prima nei Ds e oggi nel Pd. Nel 2007, la Regione ha dato agli 11 consorzi 18 milioni di euro. Per il 2008 la cifra si è ridimensionata: «appena» 4 milioni pagati anche dai cittadini che di bonifiche non hanno bisogno.

Qualcuno si è ribellato all’ingiusto balzello presentando ricorso e vincendolo. Morale: i consorzi costretti dal giudice a pagare un risarcimento oneroso, una ventina di volte superiore alla tassa ingiustamente pretesa.

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