«Quella telefonata da brividi»

Le minacce degli estremisti islamici, per lui, sono ormai una consuetudine: ci sono quelle, anche recentissime, che corrono sui siti internet, i volantini in lingua araba, persino gli insulti per strada a Milano, a Genova, nella sua Torino, vicino Porta Palazzo. «E – precisa l’eurodeputato della Lega Nord Mario Borghezio, sotto scorta dal 2005 l’aggressione da parte di un gruppo di no global sul treno Torino-Milano – da un orecchio mi entrano e dall’altro mi escono. Però – ricorda – un episodio particolarmente inquietante c’è stato, qualche anno fa. Mi telefonò un esponente islamico, uno di quelli che vanno spesso alle trasmissioni televisive. Mi disse: “A Torino ci sono tanti amici ma è anche tanta la gente che frequenta le moschee...”. Capii il tono. Allora io non avevo protezione. Quella, secondo me, fu la minaccia più credibile».
Una vita nel mirino, quella dell’onorevole Borghezio. Persino Al Jazeera, l’emittente satellitare in lingua araba del Qatar, una volta ha dedicato ampio spazio in un servizio per segnalare al mondo islamico le sue prese di posizione contro il dilagare dell’Islam in Europa. «Uno dei periodi più caldi – ricorda ancora l’onorevole Borghezio – è stato quello delle vignette. Comunque le minacce non si sono mai fermate, continuano tuttora, da informazioni riservate che mi hanno riferito so che proseguono sempre. Non posso avvicinarmi alle zone in cui ci sono insediamenti di immigrati di religione islamica che subito scattano».
Nessuna paura, comunque. «Non mi faccio certo intimidire – dice – anche se ritengo molto pericolosa la metodologia di intimidazione un po’ mafiosa tipo quella della telefonata fatta a me». Rabbia per essere costretto a vivere sotto scorta? «No, sono ben lieto di avere i carabinieri con me.

Piuttosto, mi fa rabbia vedere milioni di persone negli aeroporti costrette a perdite di tempo per il rischio terrorismo islamico. È un segno grave dei tempi, e credo che questo tipo di minaccia durerà ancora molto a lungo».

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