Si scoprono gli altarini democristiani. Pier Ferdinando Casini, forte dei sondaggi che lo promuovono leader affidabile, mette fuori il capino e sostiene che hanno ragione Beppe Pisanu e Claudio Scajola. Ma cosa dicono e cosa vogliono Pisanu e Scajola? Stecchire Silvio Berlusconi. Capirai che novità. La notizia però è un’altra, e cioè che i figli di Maria, baciapile per convenienza (suppongo), ora sparpagliati su tutto l’arco costituzionale, ricominciano ad annusarsi e a piacersi; forse si riuniranno in branco e tenteranno di attaccare la preda onde spolparsela. Le prede in verità sono due: il governo e il Pdl. Via il Cavaliere e il suo esecutivo. Dentro un nuovo premier, uno qualunque, con una schiera di ministri disposti a ballare una sola stagione. Intanto si approva una legge elettorale, come se fosse questo il problema nazionale, si mettono due pezze sul disastro finanziario e ci si predispone al voto, anticipato o no: si vedrà strada facendo. La seconda preda, la più grossa e appetitosa, è il Pdl che, orfano di Berlusconi, si potrebbe trasformare in un partitone simildemocristiano, ovviamente al netto dei socialisti (da cacciare subito).
Questo progetto, o sogno, frulla in testa a Pisanu e Scajola da alcune settimane, ufficialmente, e da qualche mese, ufficiosamente. E guarda caso entusiasma Casini che lo cova da anni senza far nascere neanche un pulcino, a meno che non si voglia considerare il Terzo polo un piccolo pollo.L’affare si ingrossa (nessuna allusione, per carità). Nel senso che i democristiani, se si tratta di mangiare e adocchiano un piatto ricco, dimenticano divisioni e attriti e ridiventano amici, sperando che tornino i bei tempi in cui lo scudo crociato era preferito a quello fiscale per sedersi a tavola. Buon appetito.
Il richiamo della sacrestia è irresistibile. Si parla già di una cinquantina di affamati pronti a radunarsi in convento, costituendo un gruppo organico. Altri aspirano ad aggregarsi? Bussino e sarà loro aperto. C’è pappa per tutti. Raccontata così la storia sembra una barzelletta, e magari tale sarà. Ma non è detto. I redivivi democristiani per essere credibili si mostrano caritatevoli. Pensate. Casini si presenta sulle pagine della Repubblica come il buon samaritano: «Se il premier si farà da parte, non lo manderemo in esilio, ma eviteremo il voto nel 2012». E se invece non si fa da parte spontaneamente, che succede?
I neodemocratici cristiani hanno un’arma segreta, che poi tanto segreta non è, per costringerlo a sloggiare. Al primo voto lo sfiduciano e peggio per lui.
A quel punto tutti comprenderanno perché il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, una ventina di giorni orsono, dopo avere tirato le orecchie a Berlusconi peccatore della carne e del pesce, disse che i cattolici erano in fermento e si proponevano di ricostituire il disciolto partito cattolico, rivisitato e corretto rispetto alla versione originaria.
I vescovi mica sono stupidi. Perché fare tanta fatica per ricostruire la casa distrutta da Mani pulite quando c’è un condominio che chiede solo di essere occupato abusivamente? Quale condominio? Sveglia ragazzi, giù dalla pianta: l’ex casino delle libertà ovvero il Pdl. Si liquida il padrone con due ceci e ci si impossessa dell’immobile, lo si ripitta con vernice all’acqua santa e voilà , signore e signori, ecco a voi l’erede della Dc. E chi paga il conto? Non certo il Papa, ma Papi. Il quale Papi, derubato della propria creatura, ne partorirà un’altra ancor più personale della precedente ( che prenderà il nome di Forza Silvio), raccoglierà alle urne il 15 per cento e rimarrà in politica, condizionandone lo svolgimento.
Fantascienza? No. Ipotesi probabile attorno alla quale fervono i lavori. Ignaro di tutto, Walter Veltroni vagheggia un rientro nell’arena illudendosi che questa sia la volta buona. Campa cavallo. Ieri sulla Stampa di Torino egli ha spiattellato un programma fantasmagorico. Udite che idea: facciamo un governo che salvi l’Italia. Leggiamo l’intervista e scopriamo che la salvezza si ottiene con l’attuazione della famosa lettera della Bce inviata al governo, nella quale si raccomanda di abbattere il debito pubblico, di incrementare la crescita eccetera. Parole parole, moneta bucata. Vigliacco se Walter indica con quale maggioranza si potrebbe riformare il sistema pensionistico con relativo innalzamento dell’età pensionabile, abolire gli ordini professionali, liberalizzare, contenere la spesa corrente (inclusa quella della sanità), relegare in soffitta il valore legale dei titoli di studio, bruciare le corporazioni e il corporativismo. Caro Veltroni, prima di fare simili affermazioni degne di Adam Smith, telefoni a madame Susanna Camusso e le chieda che ne pensa. Poi telefoni a Nichi Vendola e magari a Beppe Grillo.
Vedrà con quale entusiasmo accoglieranno le sue allucinazioni. Un consiglio: si butti con Luca Cordero di Montezemolo e Diego Della Valle. Sempre meglio che buttarsi dalla finestra, sotto la quale c’è la dura realtà di un’Italia immodificabile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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