Quelle camiciole alla John Travolta

Pensavamo che lo sport più sfigato delle Olimpiadi fosse il curling. Macché. Ce ne sono di molto più sfigati. Prendiamo i pattinatori artistici, alieni esseri olimpici metà ballerini e metà non si sa bene cosa, se atleti o indossatori. In nessun’altra disciplina vista in questi giorni, la differenza tra i primi in classifica e gli ultimi è così vistosa. I fighissimi sono bellissimi, bravissimi e vincono medaglie d’oro. Il più figo di tutti è il pattinatore russo Evgeni Plushenko. E non per niente era vestito con un costume sobrio di colore nero. A parte lui e pochi altri fighissimi, il pattinatore artistico è quanto di più lontano si possa immaginare dall’idea di Atleta Olimpico. Oddio, il fisico non manca, ma il pattinatore artistico è un essere ibrido, che cade a più riprese sul ghiaccio, ma soprattutto inciampa sul vestiario.
Prendiamo la fauna maschile che ha popolato il Palavela: aveva dell’incredibile. Abbiamo visto sfilare un campionario inquietante di pattinatori che sembravano usciti dal set di Vodka Lemon, il film con l’ambientazione più squallida degli ultimi dieci anni. A parte pochi eletti, il resto della pattuglia di pattinatori artistici era una triste congrega di personaggi surreali.
Abbiamo visto un ucraino tutto di bianco vestito, con colletto alto, lustrini argentati e ciuffo: una via di mezzo tra un Elvis Presley e un John Travolta dei poveri. Poi è arrivato un americano vestito da torero, con alamari dorati e fazzoletto al collo: gli mancava solo il sombrero. Poi un susseguirsi si volant, cristallini, lustrini, rubini e zaffiri appiccicati su tutini di un orribile color carne.
Per le donne passi. Anzi, fa bene Federica Failla a dire che le piace luccicare in pista. Che quest’anno abbandona le paillettes (non vanno più di moda) e indosserà un giacchino swaroskato. E siamo anche in ansiosa attesa di vedere cosa si è inventato lo stilista Cavalli per i tre vestitini di Carolina Kostner. Ma gli uomini, per favore, vestiteli di nero. Questi improbabili costumini che pare siano spesso cuciti in casa dalla mamma o dalla sorella, lasciamoli nel tinello.

E se tinello proprio deve essere, ridateci le scopette del curling, che ci piace tanto. Come dice una pubblicità che passa alle radio, dove la moglie urla al marito sprofondato in poltrona: se ti piacciono tanto le scopette, spegni la tv e vai a dare una pulita in cucina, che ce n’è un gran bisogno.

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