Quelle donne «offese» da Silvio che poi posano come veline

«Siamo tutte Rosy Bindi». Lo urlano - indignate - decine di migliaia di donne, seminando il panico tra gli uomini. Poi ti accorgi che tra le tante «lei» che hanno pronunciato l’inquietante frase c’è pure Ilaria D’Amico. E tiri un sospiro di sollievo. Fortunatamente quel «Siamo tutte Rosy Bindi» non va preso in senso estetico-letterale.
Ma cos’è, allora, che assimila Ilaria a Rosy? La «profonda indignazione» per la battuta («Lei è più bella che intelligente... ») rivolta da Berlusconi alla Bindi sotto gli occhi di un imbarazzato Vespa. Neanche il tempo di chiudere la porta di Porta a porta, ed ecco scatenarsi la rappresaglia rosa. «La frase del premier ci offende tutte», protestano dal mondo femminile: un po’ come se tutti gli uomini al di sotto del metro e 65 cm di altezza si sentissero mortificati, perché Serena Dandini chiama «nano» il Cavaliere.
Fatto sta che il sito di Repubblica l’ha presa proprio male. E ha deciso di lavare l’«onta» con un colpo di spugna fotografico. Risultato? In poche ore 35mila lettrici hanno inviato la propria immagine, con tanto di attestato di solidarietà alla Bindi e relativi improperi a Berlusconi. Un consiglio: se volete farvi due risate, curiosate pure tra i clic della photo-gallery. Nell’apposita sezione creata sulla home page della versione web del quotidiano diretto da Ezio Mauro, vi capiterà infatti di imbattervi negli autoscatti di aspiranti veline (e velone) che, da un lato accusano Berlusconi di «mortificare la figura femminile», ma dall’altro si autopromuovono con foto che sembrano prese pari pari da un book per il casting del «Grande Fratello».
Ecco allora l’avvenente brunetta che - con tanto di cosce all’aria - fa la risentita: «Donna offesa dal premier!». Poi è la volta di due pseudo «meteorine» che - ombelico e tettine in bella vista - sgridano il Cavaliere: «Non si trattano così le donne!». E che dire della bruna che pare la controfigura di Belen? Lei - forte di una quinta di seno - è assai indispettita: «Berlusconi, io non sono disponibile!». Chi l’avrebbe mai detto, con quel po’ po’ di davanzale... Aspetto da top model, invece, per la simpatica lettrice di Repubblica.it che - armata di sega elettrica - ammonisce il premier: «Stai calmo con le offese, sono più cattiva che bella!!!». Periodo di castità in vista per un’altra avvenente fan del giornale fondato da Eugenio Scalfari: «Piuttosto che stare con lui (Berlusconi, non Scalfari, ndr), preferisco chiudermi in cella nel convento delle Clarisse. A vita». E mentre una sexy signora si traveste da filosofa menagramo («donna offesa ma fiduciosa, perché sa che nulla è eterno»), un’altra - fresca di permanente - tiene a sottolineare di essere «molto arrabbiata con il pornoduce». Gettonatissima, tra le professioniste delle freddure anti-premier, la gelida: «Più alto che onesto... ».
Minigonna e silhouette da sballo per la web-contestatrice che a Berlusconi non gliele manda a dire: «Se siamo belle è per nostra decisione, non certo perché lo stabilisci tu». Fine della reprimenda? Macché: «Se siamo intelligenti lo decide la vita, non certo te e il tuo falso mondo televisivo». Però, visto il suo look, la domanda sorge spontanea: ma se quel «falso mondo televisivo» ti fa così schifo, perché per inviare questo messaggio ti sei vestita come una letteronza? Idem per la biodina alla Paris Hilton che giura di «non essere a disposizione di nessun utilizzatore finale» e della riccioluta manager tutta-curve che ricorda come «al peggio non ci sia limite». Esattamente come non c’è limite all’ipocrisia di chi denuncia la «mercificazione delle donne», ma poi mette in rete la propria foto al servizio di un’evidente strumentalizzazione politica.
L’elenco delle Vip che si sono prestate al gioco è lungo: Gae Aulenti, Carla Fracci, Ilaria D’Amico, Serena Dandini, Isabella Ferrari, Monica Guerritore, Ottavia Piccolo, Franca Rame; e ancora: Dori Ghezzi, Fiorella Mannoia, Carmen Consoli, Marina Rei, Paola Turci e via cantando.


A sottoscrivere l’appello di Repubblica, anche l’attrice Franca Valeri («il presidente del Consiglio è specializzato in battute inopportune e con l’onorevole Bindi ci ha regalato la sua migliore»). Ma di gran lunga inferiore a quella con cui Valeri paralizzò Sordi nel film Il vedovo: «Che fai Cretinetti, ridi?».

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