Quelle maschere giapponesi per diventare il sosia di Fido

I padroni non badano a spese per ordinare caschi che riproducono la faccia del proprio animale domestico

Quelle maschere giapponesi per diventare il sosia di Fido

Si dice che i nostri animali alla lunga ci somiglino, prendano i nostri tic e i nostri atteggiamenti e finanche il nostro carattere. Ma in Giappone la relazione va all'inverso. E sono i proprietari che fanno di tutto per identificarsi con i loro migliori amici. Come? Indossando una maschera con le loro sembianze. O meglio, una replica perfetta delle loro teste. E mica solo a Carnevale.

Due aziende - Shindo Rinka e workshop 91, secondo quanto riporta Japan Today - promettono di creare delle maschere complete da indossare come un casco integrale, dai dettagli iperrealisti. Partendo dalla foto del proprio beniamino viene scolpita una «testa» cui è applicato il pelo (sintetico) dell'esatto colore. Il tutto per la «modica» cifra di 300mila yen, spese escluse, ovvero circa 2.374 euro.

Il risultato, una volta indossato, risulta in uno strano animale mitologico dal corpo umano e testa felina, una versione moderna e pop di Bastet, dea egizia della casa e della fertilità. In realtà non è del tutto chiaro se queste enormi teste siano fatte per eccesso di affezione per il proprio amico felino o per terrorizzare il vicino al bar o alla fermata dell'autobus, magari in una uggiosa e buia serata

Ma si sa da dove viene l'idea: il primo a realizzare «teste giganti di gatto» è stato tale Housetu Sato, un docente della Scuola giapponese di arte con la lana per un suo corso. Fatte di feltro, le sue opere sono state esposte al Tokyo Metropolitan Art museum. E sono diventare virali su Instagram.

Evidentemente questi oggetti bellissimi, surreali e anche un po' grotteschi hanno incontrato la propensione giapponese per la Pop Art. Ma è anche vero che nel Paese del Sol levante il rapporto tra padrone e animale sia del tutto particolare. Data la natalità bassissima e la difficoltà a instaurare relazioni sentimentali - il 60 per cento delle ragazze tra i 18 e 34 anni e il 70 per cento dei ragazzi sono single, il 43 per cento non ha mai fatto sesso e un insegnante di scuole medie di Tokyo ha sposato l'ologramma di una sedicenne dai capelli turchini l'animale da compagnia diventa realmente un migliore amico. E viene coccolato e anche a volte idolatrato. Inoltre i gatti da queste parti sono considerati spiriti saggi e portatori di fortuna come dimostra il maneki neko, la scultura del gatto in atto di salutare che spesso vediamo nei ristoranti cinesi o giapponesi. Secondo la Japan Pet Food Association nel 2018 nel Paese c'erano 8,90 milioni di cani e 9,65 milioni di gatti che per il secondo anno consecutivo hanno superato i «Fido» come animali da compagnia. Ma la popolazione di cani e gatti ha superato anche quella dei giapponesi under 15, che si aggira intorno ai 15 milioni. E per i loro animali nel 2017 i proprietari hanno speso circa 163 dollari (circa 145 euro) al mese: una cifra che negli ultimi cinque anni è aumentata del 45 per cento.

Non stupisce dunque che l'affezione per il proprio amico a quattro zampe venga prontamente trasformata in business da solerti e sagaci imprenditori. Come coloro che hanno deciso di fare di un'opera d'arte, un'installazione o un gioco, un servizio da proporre con maschere personalizzate. Ma sono nati anche un serie di dispositivi per la casa rivolti ai possessori di animali. Ad esempio le telecamere che consentono di seguire quel che fanno Fido e Silvestro quando il proprietario è al lavoro, o i purificatori d'aria con due modalità: per cani (che amano la fresca brezza) e gatti (più sensibili agli «spifferi d'aria»).

Pare che questa ansia nel seguire il

proprio amico sia cresciuta dopo il grande terremoto del 2011 che ha coinvolto non solo un grande numero di persone, ma anche tantissimi animali da compagnia. Facendo capire ai loro padroni quanto fossero importanti per loro.

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