Onorevole Daniela Santanchè, il libico che ha fatto scoppiare lordigno a Milano frequentava la moschea di viale Jenner. Secondo lei significa qualcosa?
«Eccome. Il suo atto significa che cè contiguità tra le moschee, tra i luoghi di culto e i fondamentalisti. Questo attentato dimostra che le moschee generano e introducono anche i terroristi nel nostro Paese».
LImam Shaari conosceva Mohamed Game e ha dichiarato che era un tipo tranquillo. Che andava in moschea solo a pregare.
«Appunto. Fino a ieri mattina questo signore era considerato un moderato. Ora scopriamo che è un fondamentalista. Questo episodio la dice lunga sulloscura organizzazione delle moschee. È necessaria ed urgente una normativa che stabilisca regole certe».
Cosa per esempio?
«Innanzitutto ogni tempio deve avere trasparenza dei bilanci. Noi non sappiamo chi li finanzia. Potrebbe tranquillamente esserci Al Qaida. Inoltre va reso obbligatorio il registro degli imam».
A che scopo?
«Per capire chi professa la fede islamica e chi indottrina attraverso i sermoni. Da noi non si diventa preti dalla mattina alla sera, ci sono studi ed esami severi da superare. Questi imam, invece, sono spesso delinquenti nei Paesi dorigine e in Italia diventano delle star televisive. E poi finiamola con questi sermoni incomprensibili: vanno recitati in italiano, perché vogliamo capire cosa dicono».
Quindi secondo lei queste moschee andrebbero chiuse tutte?
«Sicuramente la costruzione di nuove moschee va bloccata in tutta Italia. Prima il Parlamento deve approvare le leggi che regolamentino in sicurezza la nascita di questi ritrovi. E poi si può pensare di aprirne di nuove».
Adesso comè la reale gestione delle moschee?
«Non esiste controllo, è il far west. Questi ritrovi sono dei califfati che si sottraggono alla nostra giurisdizione. Per fortuna qualcosa si muove. Anche il ministro Carfagna ha chiesto labolizione del burqa.
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