Questa volta astenersi significa votare per la sinistra

(...) le liti interne degli ultimi tempi; l’appannamento della stella di Claudio Scajola, che un tempo era il padre-padrone del partito di Berlusconi in Liguria; la disillusione nei confronti dello stesso Cav. che appoggia il governo Monti e, soprattutto, l’operato dello stesso governo Monti, che - dalle liberalizzazioni ai controlli fiscali a tappeto - colpisce proprio i mondi di riferimento dei moderati. E la bufera che investe la Lega fa il resto.
Insomma, comunque la si guardi, un pianto. Aggravato ulteriormente, come spiega il nostro Federico Casabella, da tutti i sondaggi che girano e che parlano di Marco Doria già insediato a Tursi con una fascia tricolore sul petto. Ora, la colpa non è certo di chi commissiona i sondaggi, che sia Enrico Musso o che sia il Secolo XIX, (o che sia il Pdl, come raccontiamo oggi), è assolutamente legittimo ed è un servizio alla politica e ai lettori. Però, attenti a credere a quei sondaggi: sono gli stessi che davano il testa a testa fra Vincenzi e Pinotti alle primarie. E si è visto come è andata a finire. Soprattutto, attenti a considerare il voto disgiunto (una lista che appoggia un candidato sindaco e un sindaco diverso) come un qualcosa di potenzialmente forte. Non è così e lo dimostra la storia del voto amministrativo in Italia, dove l’unico caso significativo lo fece registrare a Palermo Leoluca Orlando contro l’azzurro Diego Cammarata. Ma, comunque, vinse lo stesso Cammarata. Questo per amore di verità.
Se il centrodestra piange, il centrosinistra non ride. I disillusi e i disgustati dalla politica e dal loro partito di sempre, anche se cambia nome ogni qualche anno, sono moltissimi. E già il numero sempre crescente di fans della lista Cinquestelle dei grillini lo testimonia.
Il punto, però, è un altro. È che tutto lascia credere che, stavolta, gli astenuti saranno soprattutto di centrodestra. A sinistra - da buona tradizione secondo cui, se L’unità scriveva che gli asini volano, trovavi subito qualche compagno disposto a testimoniare che gli asini volavano - hanno fatto un capolavoro elettorale. Da un lato, riescono a far credere che Marco Doria sia completamente nuovo, dimenticando che è stato consigliere di circoscrizione nel parlamentino di Albaro già nel 1978, quando premier era Andreotti e ministro Malfatti, e consigliere comunale a Tursi nell’ultimo mandato senza elezione diretta del sindaco. Dall’altro, riescono a far credere che Doria, nonostante sia appoggiato dalla stessa coalizione che governava con Marta Vincenzi, sia completamente discontinuo. E il professore ha una certa abilità nel farlo credere, come ha dimostrato a Primocanale dicendo che vuol rompere un sistema di potere.

Ottima intenzione, se non fosse che quel sistema di potere è rappresentato da alcune delle liste che appoggiano il prof.
Insomma, a sinistra stavolta si asterranno meno. Se si astengono i moderati è come se votassero Doria. Legittimo, ma basta saperlo.

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