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«Queste Rosse non ci fanno paura»

Briatore, team manager di Alonso: «Hanno un piccolo vantaggio, ma è legato alla conoscenza delle gomme. Per la gara ci siamo anche noi»

nostro inviato a Melbourne

È molto glamour, è vistoso, è come dire. Anche un po’ pieno di sé. E chi non lo sarebbe dopo aver vinto due titoli mondiali umiliando e battendo la Ferrari. Flavio Briatore, anche nel giorno in cui tutto sembra andare storto, con due vetture bloccate da una pompa della benzina traditrice, pensa positivo e inquieta gli animi degli avversari. In primis quello del boss McLaren, Ron Dennis, che gli ha portato via Alonso; e poi turba gli umori rosso vestiti degli uomini di monsier Jean Todt (arrivato ieri in quel di Melbourne). «Pump, pump - dice Briatore -, the problem is the pump», il problema è solo la pompa ripete al croato, allo sloveno, all'inglese, al francese che domandano cosa diavolo sia successo alle due Renault, a Fisichella (comunque quarto nella seconda ora di libere) e al debuttante Kovalainen. Però sorride, il Flavio: «Senza quel guasto tecnico avremmo potuto essere davanti a tutti, avete visto i tempi fatti da Giancarlo? Voi tutti pensavate che non saremmo stati a questi livelli, noi invece lo sapevamo: venendo qui, qualcuno ha pensato di accoglierci come se fossimo un team di Gp2 (la categoria d'accesso alla F1), invece noi siamo i campioni del mondo in carica, non dimenticatelo».
In effetti, il paddock-pensiero racconta di una Renault veloce ma non troppo, affidabile ma non abbastanza, di un Fisichella fuoriclasse ma non sempre. Invece il romano, guasto alla pompa a parte, nelle libere era lassù a fiatare sul collo dei papabili al trionfo. «Abbiamo dei problemi con le gomme morbide, ma appena mettiamo quelle dure le prestazioni diventano costanti» spiega ancora il gran capo Renault. Tradotto significa questo: che con ogni probabilità, nel giro pole andato in scena ieri notte, Fisico e Kovalainen potrebbero aver avuto qualche problema a staccare tempi vicini a quelli di Ferrari e McLaren-Mercedes, ma stanotte in gara la musica potrebbe essere diversa. «I piloti mi hanno detto che la macchina è facile da guidare - conclude Briatore - e, francamente, nessun rivale mi ha sorpreso: le Ferrari hanno un piccolo vantaggio dovuto solo alla conoscenza maggiore delle gomme Bridgestone, tanto più che la più penalizzata, nel passaggio al fornitore unico, è stata proprio la Renault: il bilanciamento della nostra monoposto era studiato sulle gomme Michelin. Però, ripeto, Ferrari e McLaren sono là dove mi aspettavo che fossero. E non mi fanno paura».
«Beato lui che non ha paura» gli risponde Fisichella, finalmente tocca a Giancarlo la battuta, dopo averne subite tante dal suo boss. «Però è vero: noi andiamo bene con assetto da Gp; abbiamo invece problemi sul giro secco». In effetti, il romano ha fatto nove giri in configurazione gara, di cui gli ultimi cinque a ritmo impressionante. «Per cui non prevedo una grande qualifica (il verdetto a quest'ora sarà già scritto, ndr), ma se riuscissi a limitare i danni, durante la corsa potrei anche essere più veloce degli altri». «Io sono sicuro - lo tranquillizza patron Briatore -.

La sfida per la vittoria è una battaglia fra le Ferrari, le McLaren e noi».

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