La questura non autorizza il corteo contro Israele E i no global se ne fregano

Verranno denunciati per manifestazione non autorizzata gli oltre 100 filopalestinesi che hanno partecipato ieri pomeriggio al presidio (trasformatosi poi in un vero e proprio corteo) contro Israele e la kermesse culturale Unexpected Israel, Israele che non ti aspetti, prevista a Milano tra il 13 e il 23 giugno. Non hanno rispettato infatti elementari regole di ordine pubblico, beffandosi delle disposizioni del questore Alessandro Marangoni che aveva sì autorizzato il corteo, proibendo però assolutamente piazza Duomo. Da piazza San Babila, dove li avevano fatti concentrare come stabilito, carabinieri e polizia intorno alle 16 sono stati costretti a scortarli lungo tutto corso Vittorio Emanuele, passando dietro il Duomo, fino all’Arengario. Una contrattazione difficile quella tra i partecipanti al corteo (egiziani, libici, ma anche tanti pasionari italiani avvolti nelle kefiah vicini all’area dei centri sociali) e le forze dell’ordine. Scese a patti probabilmente per non esacerbare gli animi e creare maggiori ostilità nei giorni a venire. Un’azione, la loro, che però ha il sapore della sconfitta per tutte le istituzioni di questa città.
Partiti con l’idea di fare più confusione possibile, di creare un caso, di farsi sentire, insomma, i manifestanti si sono radunati ieri alle 15 in piazza San Babila. E hanno calibrato la loro protesta su temi che «bucano il video». Quindi, per cantarle a Israele e agli israeliani, non solo hanno scelto il tema più scontato, ma anche il più drammatico: i 322 bambini palestinesi di Gaza uccisi durante il conflitto tra dicembre 2008 e gennaio 2009. Parafrasando in maniera sarcastica e a loro uso e consumo il titolo della kermesse, Israele che non ti aspetti. Quindi hanno iniziato a litigare tra loro. A un certo punto un palestinese stava per aggredire un libico che - arrabbiato con la polizia decisa a non farlo andare a manifestare in piazza Duomo - aveva cominciato a bestemmiare in italiano.
Quando le forze dell’ordine hanno capito di non riuscire a bloccare la loro marcia verso piazza Duomo, hanno però imposto le loro regole: i manifestanti volevano raggiungere la piazza con un vero e proprio corteo gridato in pompa magna nel mezzo di corso Vittorio Emanuele; la polizia ha imposto che ci arrivassero alla chetichella passando sui marciapiedi.
Fermati sotto l’Arengario i filopalestinesi hanno scandito con enfasi e ad alta voce i nomi delle piccole vittime di Gaza e la data della loro morte (con relativa traduzione in italiano).

E dopo una serie di cori in varie lingue il corteo si è sciolto. Contemporaneamente i militanti dell’associazione di cui faceva parte Vittorio Arrigoni, l’attivista ucciso a Gaza due mesi fa, hanno sfilato da piazza Cairoli alle colonne di San Lorenzo.

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