Cultura e Spettacoli

«Qui al Lido si sta bene, è pieno di belle ragazze»

da Venezia

I disobbedienti di Luca Casarini gridano per sfottò «Più samba, meno caramba». E i diretti interessati - i carabinieri - per una volta sorridono, mostrandosi perfino autoironici. Sarà perché, tranne qualche veniale schermaglia, fino ad ora qui al Lido è filato tutto liscio. La Mostra resta «obiettivo sensibile», secondo la formula tecnica della Questura, ma la temuta «militarizzazione» ha assunto una modulazione soft, diciamo all'italiana. Alle «porte di Brandeburgo», i cinque ingressi dotati di metal detector, il passaggio scorre abbastanza veloce: gli addetti alla sicurezza fanno battute su zaini, borse e sacchetti. Le forze dell'ordine sfoderano scudi, manganelli e granate fumogene, ma nessuno, per fortuna, li ha dovuti usare. Sono carabinieri e poliziotti, più rare guardie di finanza. Li vedi, nello sciamare allegro dei festivalieri, osservare con radiografica cura il versante femminile della popolazione, che riserva una notevole quota di belle ragazze. C'è anche chi, per sfuggire alla noia, conta e riconta i Leoni alati davanti al Palazzo: 55. Incuriosito dalle loro giornate, suddivise in quattro turni di sei ore ciascuno, mi faccio sotto per chiedere a un carabiniere della 1ª Brigata mobile come se la passa alla Mostra. Lo chiamerò Luigi, per non procurargli rogne. È abruzzese, venticinquenne, da un lustro nell'Arma: ha una bella faccia luminosa che il basco nero di traverso rende ancora più cinematografica. Sul petto una doppia cartucciera ricolma di fumogeni, a tracolla il lancia candelotti.
Dico, per addolcire la diffidenza: «Niente male la Cucinotta, eh!» (l'attrice-produttrice è appena passata sul tappeto rosso in una mise che esalta il celebre davanzale). «Niente male», ammette. Mi presento come cronista del Giornale. Lui accetta di parlare, sotto lo sguardo diffidente di un sergente che, rassicurato, s'allontana.
Vi sentite un po' disoccupati?
«No, ma dobbiamo essere vigili, pronti a intervenire in caso di necessità. Però si sta bene qui. Vediamo i divi che passano, le persone sono gentili, qualcuno ci sorride perfino».
Sorpresi?
«Be', mica capita sempre. Ci chiedono anche di farsi fotografare con noi. Sarà il fascino della divisa. Ma non possiamo, il regolamento ce lo impedisce».
Da dove venite?
«Dalla caserma di Mestre. Servizio facile, pure piacevole».
Per via delle ragazze?
«Già. Ce ne sono di molto carine. Sempre indaffarate, col cellulare in mano, o intente a parlare di film. Vanno tutte pazze per George Clooney».
Problemi coi no-global? Se vi sfottono che fate?
«Abbozziamo. Non bisogna rispondere alle provocazioni. Ma per ora si sono comportati bene».
Visto qualche film della Mostra?
«E come si fa? Ma appena smonto vado alla multisala di Mestre. Non vedo l'ora di vedere Seven Swords e Madagascar. E pure quello nuovo di Tim Burton, a pupazzi. Come si chiama? La sposa cadavere. È il mio preferito».

Pure cinefilo.

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