Quinto e Figino si ribellano: «Via spacciatori e viados»

In centinaia scendono in strada contro il degrado dei loro quartieri

Quinto e Figino si ribellano: «Via spacciatori e viados»

Se fossimo in una città americana Figino sarebbe un red light district, un quartiere a luci rosse. E Quinto Romano una no man’s land, la terra di nessuno. Invece siamo tra la tangenziale ovest e il parco delle Cave, nell’area periferica più grande di Milano. Una città nella città. Dove vivono 186mila persone (20mila in più di Brescia, per intenderci). Dove tutto ruota intorno allo spaccio e alla prostituzione.
«Non c’è un ufficio postale, non c’è un bancomat, non c’è un centro anziani, la viabilità è un problema pressante. E il consiglio di zona è impotente! Dal primo pomeriggio via Silla e via Novara si riempiono di viados. Ripulite via Cenisio, via Messina e via Stilicone, i transessuali si sono trasferiti qui. La convivenza multirazziale? Ma qui funziona benissimo! I romeni e i nordafricani vendono eroina e cocaina, mentre gli italiani si dedicano al commercio delle droghe leggere. Le spacciano anche sugli autobus, in mezzo alla gente: provi a salire sulla 72 o sulla 97...».
Luciano Decorato, Walter Occhipinti, Jacopo Bernardi e l’ex consigliere provinciale Gianluigi Cremaschi fanno tutti parte del consiglio di zona 7 per Alleanza nazionale. Vogliono dare il loro contributo alla protesta, ma ci tengono a sottolineare che le manifestazioni di ieri sono state volute dai residenti del quartiere e dalle associazioni di zona. Dalla gente, insomma. Alle 16 di ieri, infatti, da una parte, a Quinto Romano, partendo da via Caldera, la gente sfilava contro il degrado dello spaccio; contemporaneamente da via Zanzottera, a Figino, partiva un altro gruppo di persone, ma stavolta per manifestare contro la prostituzione. Due cortei che, dopo 45 minuti, davanti al «Bosco in città» di via Novara, sono diventati un solo presidio, come a voler mostrare le due facce di una sola, desolante medaglia. In tutto almeno 700 persone armate di fischietti, campanelli, cartelli lapidari: «Ne abbiamo pieni i giardini»; «Droga + prostituzione = quartiere senza protezione»; «Siamo soli nel quartiere, istituzione fatti vedere».
«Perché qui la gente ha tanta volontà di cambiare le cose, ma nessuno ci aiuta. Per coprire una buca ci vogliono 10 fax, per mettere un senso unico due anni. È questo il decentramento? - chiede Norma Iannaccone, vicepresidente del consiglio di zona 7 -. Se non blocchi le strade, se non fai casino, qui non viene nessuno. Perché il sindaco Letizia Moratti non si fa vedere come ha fatto in viale Monza?».
L’unico che è riuscito a fare miracoli veri da queste parti è Valdano Lentini, 26 anni, da sei presidente dell’associazione «Amici contro la droga», 20 volontari e 400 iscritti che si occupano di recupero dei tossicodipendenti e di prevenzione contro gli stupefacenti alle elementari e alle medie. Suoi principali fan, i bambini.

Che ieri lo seguivano in corteo come una chioccia, sotto il sole, portando anche loro cartelli inneggianti alla lotta contro il degrado. «Questa gente ha cuore: - assicura lui - abbiamo grandi risposte. È per questo che credo che se ci aiutassero si potrebbe fare molto di più».

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