Cinquemila anni di arte e storia, di unevoluzione culturale che ha differenziato ciascuno dei 27 Paesi dellUnione Europea e nella quale confluiscono tangenze, influenze reciproche, continuità; un intreccio di fili che rende plausibile un senso didentità comune nella salvaguardia delle singole specificità. La mostra, nella sontuosa Sala dei Corazzieri del Quirinale, celebra il cinquantesimo anniversario dei Trattati di Roma, ovvero la nascita della Comunità Economica Europea e della Comunità Europea dellEnergia Atomica, allepoca sottoscritti da sei Paesi: Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi. Linvio da parte di ciascun Paese membro di unopera considerata emblematica della propria storia ha dato luogo ad unesposizione vastissima in termini cronologici e stilistici e in termini di densità concettuale.
Van Dyck, Tiziano, Velazquez, Mondrian, Rodin, Turner: sono solo alcuni degli artisti presenti al Quirinale, nel complesso di affreschi, dipinti, sculture, gioielli di cui consta questa mostra difficile da gustare in una sola volta benché non estesissima. Per lintensità delle singole opere, per il salto temporale da una parete allaltra, per la diversa attitudine richiesta, per fare un esempio, dagli spettacolari affreschi bizantini dalla Romania che presentano santi guerrieri secondo una predilezione tutta balcanica, e il cubismo futurista-suprematista del portoghese Amadeo de Souza-Cardoso. Lideale percorso prende il via dalla statuina Fat Lady del National Museum of Archaeology de La Valletta (III millennio a.C.), testimone delloriginario legame tra cultura europea e Medio Oriente. Il punto finale del percorso è il 1976, la visionarietà del paesaggio veneziano del danese Per Kirkeby. Nel mezzo, opere di strepitosa bellezza, come la Kore ateniese, proveniente dagli scavi del tempio arcaico di Atena (VI sec. a.C.); il tesoro bulgaro di Preslav (X sec.), monili doro decorati con smalti a cloisonnée e pietre preziose, un po mortificato dalla collocazione; Il pensatore di Rodin, che invece svetta al centro della sala ritrovando la sua originaria funzione di creatore in meditazione, la cui immagine è divenuta un simbolo di lotta sociale e politica. La Spagna ha scelto una deliziosa veduta del 1629-30, di Diego Velásquez en plein air, pratica non certo comune per lepoca, che ritrae un angolo di Villa Medici, unopera importante per il genere del paesaggio.
Opera-simbolo dellunità europea è il cratere a calice a figure rosse proveniente da SantAgata dei Goti (metà IV secolo a.C.) raffigurante il ratto di Europa dipinto da Asteas, maestro di Paestum.
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