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Il Quirinale dice no alla grazia per l’ex 007 Contrada

Il Quirinale ha bloccato l’iter della domanda di grazia per l’ex dirigente del Sisde, Bruno Contrada, condannato a 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Lo ha detto l’avvocato Giuseppe Lipera, in quale ha sostenuto di esserne stato informato telefonicamente dal consigliere del capo dello Stato per gli affari di giustizia, Loris D’Ambrosio. «La nostra non era una domanda di grazia, ma una supplica al capo dello Stato perché sua sponta concedesse la grazia al dottor Contrada», ha affermato Lipera, che si è detto «stupito» della presa di posizione del Quirinale. Secondo il legale, il consigliere di Napolitano gli avrebbe spiegato che, trattandosi appunto di una supplica e non di una formale richiesta di grazia, ed avendo la difesa di Contrada fatto istanza di revisione del processo, non sussistono i presupposti perché l’iter abbia corso. Lipera ha comunque rinnovato la richiesta di un incontro con il presidente della Repubblica.

Proprio ieri, un altro dei legali dell’ex 007, Enrico Tuccillo, aveva ripetuto che «ormai risulta acclarata agli atti del Tribunale di sorveglianza la situazione di assoluta incompatibilità con l’ambiente carcerario di Bruno Contrada, affetto da numerose e gravi patologie».

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