Cultura e Spettacoli

Il Quirinale come il set Benigni fa rifare la scena a Ciampi

Gian Luigi Rondi sbaglia il titolo del film e l’attore-regista fa il bis della consegna. 19 i riconoscimenti, uno anche a Gianni Letta

Il Quirinale come il set Benigni fa rifare la scena a Ciampi

Pedro Armocida

da Roma

Ci mancava solo che lo prendesse in braccio, per il resto l’inatteso e doppio incontro tra Roberto Benigni e il presidente Ciampi è stato tutto un baci e abbracci e inchini e saltelli e gag. E pensare che la presenza del grande mattatore non era neanche prevista tra i 19 premi De Sica, la cui cerimonia di consegna, officiata come sempre dal fondatore Gian Luigi Rondi, si è svolta ieri mattina al Quirinale. Benigni è invece intervenuto per ricevere il De Sica del 2001 che non aveva mai potuto ritirare. Così la prima salita sul palchetto accanto a Ciampi è stata abbastanza tranquilla, con un Benigni contento ma contenuto. Poi quando Gian Luigi Rondi si è scusato per aver sbagliato il titolo dell’ultimo film del comico toscano, l’aveva chiamato «La tigre e la luna» con una curiosa associazione tra il corretto La tigre e la neve e il felliniano La voce della luna, Benigni, che come molti non si era neanche accorto dell’errore, ha inscenato una divertente gag. Eccolo tornare in platea e far finta di essere chiamato per la prima volta, quindi allarga le braccia e stringe le mani a tutti, al presidente, al ministro per i Beni culturali Rocco Buttiglione, al segretario del Quirinale Gaetano Gifuni, a Rondi, a Manuel De Sica, persino al capo dei Corazzieri e al colonnello dei Carabinieri sull’attenti alle spalle di Ciampi. Dopo che sono sfilati tutti i premiati per il cinema, il regista inglese Stephen Frears e quello coreano Kim Ki-Duk, Valeria Bruni Tedeschi, Christian De Sica, Roberto Faenza, Angela Finocchiaro, Gianni Morandi, Vincenzo Salemme, Giovanni Veronesi, Luca Zingaretti, e quelli per le altre arti, Massimiliano Fuksas, Giorgio Faletti, Enrico Dindo, Alberto Sughi, Mario Verdone, Rossella Falk, Tullio Regge per le scienze e Gianni Letta per la società, ecco che Benigni viene richiamato perché insignito dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, quella di Cavaliere di Gran Croce. Benigni a questo punto va, quasi ballando, verso Ciampi e gli s’inginocchia davanti. Il capo dello Stato un po’ imbarazzato lo veste con la fascia verde e rossa e si sottrae divertito al comico che fa il gesto di insignire a sua volta il presidente della Repubblica. La sala esplode di applausi e risate.
Dopo la cerimonia, Benigni con i giornalisti ha dapprima tessuto le lodi di Ciampi («Il suo successore lo dovrà omaggiare e se sarò io mi farò chiamare Roberto Azeglio Benigni») e poi ha commentato il premio dedicato a De Sica dicendo: «Bisognerebbe girare un film in suo onore. Anche se oggi non si potrebbe rifare Ladri di biciclette perché non ci sono più le biciclette». Aggiungendo, a proposito dei paventati tagli alla cultura della Finanziaria, che «bastano tre parole di Ciampi per riempire le casse dell’anima del Fondo unico per lo spettacolo. Perché il cinema è l’anima di una nazione». Infine, a microfoni spenti, c’è stato un curioso colloquio tra l’attore e regista toscano e la signora Franca, rimasta a lungo a salutare gli ospiti: «Tesoro come sei bella» le ha detto, «Sì uno splendore» ha risposto lei che ha aggiunto riferendosi al marito: «Te lo sei baciato, t’ho visto». E Benigni: «Il mio amore per lui travalica ogni cosa. Avevo voglia di fare tutto con lui». «È un premio che ti meriti sicuramente, il tuo film l’abbiamo amato tanto», ha poi proseguito donna Franca. Benigni, visibilmente lusingato, si è lasciato andare a una vera e propria dichiarazione: «Il mio affetto per voi l’ho sempre tenuto segreto, non l’ho mai voluto dire a nessuno». E la signora Ciampi ha così concluso l’inedito siparietto: «I veri affetti vanno tenuti segreti.

Salutami tanto Nicoletta».

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