Cittadinanza a punti, anni di residenza, il sistema delle quote. Sulla scelta del criterio si accenderà lo scontro tra Lega e Pdl (e forse anche tra gli ex An e forzisti), ma lobiettivo è comune: dal prossimo mandato più servizi gratis per i milanesi e una stretta agli immigrati arrivati in città da meno tempo. A sollevare il problema era stato già mesi fa il Carroccio, confermando con i dati alla mano che gli stranieri sono il 16% della popolazione (213mila) ma portano a casa il 40-70% dei servizi pubblici gratuiti. E il 35% delle case popolari assegnate nei primi dieci mesi del 2010 sono andate a extracomunitari, nonostante il paletto dei 5 anni di residenza. Ieri il tema è stato solo sfiorato al tavolo tecnico tra il sindaco e gli esponenti locali della maggioranza ma verrà affrontato domani al vertice politico sul programma elettorale convocato a casa della Moratti. Ci saranno i «colonnelli» di Pdl e Lega (da Ignazio La Russa a Mario Mantovani, Roberto Formigoni, Luigi Casero, Maurizio Lupi, Igor Iezzi, Matteo Salvini), e lì sono stati rinviati anche il nodo Ecopass e il futuro di MilanoSport, di cui il Carroccio nei giorni scorsi ha chiesto lazzeramento.
Sul tema immigrazione sarà guerra di voti (anche) tra alleati. E nel lanciare nuovi incentivi alle famiglie numerose (il Pdl ha proposto di inserire il quoziente familiare) o progetti di housing sociale, sia Pdl sia Lega chiedono al sindaco di fissare subito paletti per evitare che gli incentivi finiscano quasi interamente nelle tasche degli extracomunitari, perché hanno redditi Isee più bassi (spesso perchè lavorano in nero) o molti figli a carico. «Bisogna attribuire risorse e servizi agli stranieri in proporzione alla presenza - sostiene il segretario provinciale del Carroccio Igor Iezzi -, se sono il 16% della popolazione a loro deve essere destinato questo tetto, dai bonus bebè ai fondi affitto». I leghisti a casa del sindaco balzano sulla sedia anche quando si parla di «definire uno strumento permanente di coinvolgimento e consultazione delle comunità straniere». Ma chiarito subito che non si tratta della consulta, si passa oltre. Sul sistema delle quote il capogruppo del Pdl Giulio Gallera solleva dubbi di costituzionalità, «fissiamo piuttosto degli anni minimi di residenza per i servizi gratis, mettendo sullo stesso piano milanesi e stranieri che vivono qui da molto e sono integrati. «Almeno 10 anni» apre Iezzi. Fabrizio De Pasquale, consigliere Pdl, riferisce che la terza via è la cittadinanza o piuttosto «residenza a punti», su cui anche il sindaco sarebbe orientata. Un sistema per premiare sia milanesi sia stranieri «virtuosi» e ripararsi dallaccusa di razzismo. Chi ha sanzioni o reati a carico, italiano o straniero, perde il diritto o posti in graduatoria nellaccesso ai servizi.
Al tavolo politico sarà discussa anche lipotesi di una lista civica guidata dallex leghista Giancarlo Pagliarini, che ha già annunciato la candidatura a sindaco ma sarebbe pronto ad allearsi con la Moratti. Il simbolo punterebbe sul nome e il volto del candidato, il Duomo sullo sfondo. «Non una lista patacca, non si confonderebbe con il Carroccio - ammette Iezzi - vedremo». Secondo i sondaggi può valere lo 0,8%, ma a pagare il costo sarebbe la Lega.
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