Le «quote rosa» perdono la firma di Calderoli

da Milano

Alla fine il disegno di legge varato dal governo nell’ultima riunione del Consiglio dei ministri volto a promuovere una maggiore rappresentanza femminile nella formazione delle liste elettorali è arrivato al Senato ma ha perso una firma, quella del ministro per le Riforme, Roberto Calderoli.
«Il Consiglio dei ministri - ha detto lasciando la Commissione Affari costituzionali del Senato il ministro - mi ha dato l'incarico di scrivere il ddl. L'ho scritto e poi, quando si è trattato di firmarlo, ho trovato quattro firme prima della mia e non vedo cosa c'entrino visto che il provvedimento è mio. Ho ritirato la firma». Le firme sul ddl sono quella del premier Silvio Berlusconi, del vicepremier Gianfranco Fini, di Giulio Tremonti e di Stefania Prestigiacomo. Alla domanda se il ministro continuerà ad appoggiare il decreto legislativo, Calderoli ha risposto «Certo, ho ritirato solo la firma», tranquillizzando così la collega Prestigiacomo, sponsor del provvedimento. Prestigiacomo che ha lanciato un appello a tutte le colleghe e colleghi di maggioranza e opposizioni a lavorare in modo bipartisan per giungere all’approvazione del provvedimento.


Le senatrici dell’Unione, quindi, si sono dette disponibili a trattare sui «numeri» della rappresentanza femminile nelle liste e hanno chiesto che si possa decidere l’inammissibilità delle liste che non rispettano le «quote rosa».

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