Quote rosa a secco, è caccia alle manager

A.A.A candidate cercasi: donna, manager, disponibile a occupare poltrona in Consigli d’amministrazione o nei collegi sindacali delle società quotate in borsa ma anche delle partecipate. Ci sono agenzie di selezione del personale che si sono già mosse a caccia delle migliori sul mercato. Una in particolare si è inventata un servizio ad hoc. Non poteva che chiamarsi «Quote rosa» e ad occuparsene non poteva essere che una donna. Anna Maria Magro, cacciatore di teste della Miccoli Knudsen International, «boutique» dell’executive search ricerca alte professionalità in gonnella che rispondano alla nuova normativa. La Magro è una delle tante mamme acrobate riuscita a tenere allacciati i fili di una carriera di soddisfazione con quelli di una famiglia fatta di due gemelle in pre-adolescenza e un marito che lavora in un’altra città. Chi la incontra non le risparmia mai la domanda «Ma come fai?». Lei sorride e allarga le braccia. Non pensa al «come». «Fa» e basta. Quel che si dice una donna in gamba visto che da 15 anni è a sua volta consigliere di amministrazione e presidente di collegi sindacali da più di 16 anni.
Aggrappata a tablet, iPad, iPhone e quanto di meglio offra la tecnologia per dilatare al massimo il tempo-lavoro, Anna Maria Magro lavora dalle 9 fino a dopocena senza interruzione, cercando d’altra parte situazioni strategiche per non sprecare il tempo-domestico. Un esempio? Organizzare la festa di compleanno alle figlie in pizzeria: massimo risultato col minimo sforzo. È lei, con l’occhio lungo della sua esperienza che passa al setaccio curriculum e profili rosa per andare a scovare sul mercato quelle perle rare che la legge vuole. Rare, non perché non ci sono. Ma perché di solito se ne stanno un passo indietro, abituate come sono a mettersi addosso quel vestito tipicamente femminile che non spinge a fare passi troppo lunghi finché non si è sicure di essere davvero preparate. Quanto rare? Bastano due numeri: nei Cda delle 260 società quotate in borsa su 2600 poltrone solo 187 sono occupate da donne, il 7 per cento. Altro numero: organi di controllo. La percentuale si inabissa ancor di più, sei donne su cento professionisti. Uno sparuto esercito di 56 donne su 895. Per Anna Maria Magro, multitasking per antonomasia, una sfida da nulla. Abituata a destreggiarsi tra bilanci e capricci, ora con le figlie in crescita si è pure appassionata alla psicologia e dunque si è rimessa a studiare. Nei cassetti accumula ricerche e studi in cui si dimostra che le aziende in cui la percentuale è elevata si producono performance economico finanziarie migliori. Lei ci crede. Perché quelle donne le incontra. «Quando arrivano ai colloqui sono sempre molto preparate. Hanno le competenze richieste. Altrimenti è difficile che si presentino». I requisiti prediletti? «Sono un mix di molte cose - spiega la Magro - Caratteristica fondamentale ricercata è la competenza economica e la conoscenza del mercato». Meglio se c’è una laurea in economia ma non è una discriminante. I costi di bilancio devono essere pane quotidiano così come i meccanismi di corporate governance da maneggiare come mestoli e padelle. Serve capacità di leadership: non solo idee chiare ma l’abilità di convincere gli altri e, al momento opportuno l’umiltà di abbandonarle qualora sia necessario. Serve anche quello che Anna Maria Magro chiama «l’ottimismo con i piedi per terra» e cioè la capacità di infondere coraggio e guardare avanti ma senza perdere il contatto con la realtà. «Talvolta l’essere un mago nel proprio lavoro non significa avere quell’intelligenza sociale di comprendere le regole dell’ambiente e farle proprie». Per quelle posizioni è richiesto anche questo: trovarsi in un ambiente tipicamente maschile e sapere come muoversi. Con una convinzione di base: e cioè che le differenze portano arricchimento.
La legge d’altronde - e per fortuna - non lascia scampo. Entrata in vigore l’estate scorsa impone alle società una composizione più rosa. Chi non si adegua paga. Previste sanzioni per le società inadempienti che hanno tempo quattro mesi per adeguarsi.

Conseguenze anche pesanti che arrivano fino alla decadenza del Cda stesso. «Ricercate» tutte coloro che sono pronte a mandare in frantumi quel «soffitto di cristallo», metafora della barriera invisibile che le donne incontrano nei luoghi di lavoro, quando tentano di salire ai «piani alti».