Dopo il «discorso alla nazione» di domenica sera, ieri le redazioni e i siti internet dei giornali sono stati invasi dalle reazioni dei lettori. Migliaia di mail, post nei blog e nei forum di discussione, commenti su twitter e facebook, comprese le pagine elettroniche del Giornale che ha lanciato anche un «rullo» su cui esprimere le proprie opinioni. «Speriamo che per salvare l’Italia non ammazzino gli italiani», scrive l’onorevole Filippo Ascierto. Per Luigi Mauro «troppe tasse e poca riduzione della spesa, ma almeno hanno cambiato le pensioni». Daniela Colabrese: «Il 60 per cento di aumento delle rendite catastali pro conteggio Ici? Una vergogna». Alberto Carracino: «10mila immobili dei sindacati esenti dall’Ici da sempre... Vergogna».
I messaggi più drammatici provengono da lavoratori alla soglia della pensione. Scrive Assunta Raiola: «Mio marito ha lasciato il lavoro da due anni. Secondo il vecchio sistema poteva fare domanda di pensione nel 2012, con la riforma Monti devono passare otto anni. Che cosa c’è di equo in questa manovra?». Ennio: «Che cosa succede alle persone in mobilità o cassintegrati? Quando siamo stati espulsi dal lavoro avevamo i requisiti per chiedere la pensione finito il periodo di mobilità, ora non più». Vincenzo aveva concordato l’uscita incentivata dalla multinazionale per cui lavorava raggiungendo «l’agognata quota 97 nel 2014»: «Adesso devo aspettare i 66 anni senza reddito né pensione. È come se volessi saltare un corso d’acqua e mentre sono in volo mi spostano la sponda».
Massimiliano Latempa è sconcertato: «A mettere le tasse sono capaci tutti e non bisogna essere laureati alla Bocconi». Come lui Leno Lazzari: «Ho il voltastomaco. Non perché a 62 anni sono disoccupato e mi tocca ugualmente pagare l’Ici-Imu maggiorata, per il mancato adeguamento delle pensioni o per l’impercettibile limata agli emolumenti dei parlamentari. Ma per i tanti che sentivo dire “meglio chiunque che Berlusconi” e oggi si affannano a spiegare a noi sempliciotti che la manovra non è solo tasse». Sara invoca «la rivoluzione e la guerra civile». Wladimiro ritiene che «questa non è un’operazione salva-Italia ma salva-banche».
Gli interrogativi sollevati dai lettori riguardano anche temi non trattati dal decreto e dalla conferenza stampa di domenica. Propone Massimo B: «Con la crisi sarebbe utile e intelligente sopprimere subito le cosiddette missioni di pace (in realtà di guerra)». Giovanna K: «Cercasi federalismo disperatamente». Armando Alvaro: «Perché se acquisto una casa con un mutuo debbo pagare la patrimoniale da subito sul valore totale e non pro rata?». E Talita chiede al premier Monti: «A proposito delle misure economico-finanziarie da lei decise contro il nostro Paese, ci parla un po’ di Bilderberg e della Trilaterale?».
Ma il capitolo più avvelenato riguarda i privilegi della politica. Patrizia vuol sapere perché i politici «non fanno mai ciò che i cittadini chiedono. A quando i tagli degli stipendi della casta e la riduzione dei parlamentari?». Gino: «Monti, le sembra giusto che dirigenti di enti pubblici e politici guadagnino dieci volte e oltre lo stipendio di un operaio?». Angela: «Per noi italiani di serie B (soprattutto artigiani o soci di società di persone) che per vari motivi (esclusa la premeditazione) siamo debitori verso lo Stato, c’è qualche speranza?». Anna: «Credo che sia ora di dare i servizi solo a chi contribuisce a pagarli». E questa è la sintesi di Fiorella: «Tagliare le pensioni ai parlamentari, nel senso di non dargliele.
Fare una legge per cui un parlamentare non si debba candidare per più di due legislature. Togliere gli sprechi di Parlamento, Rai, Regioni, Province. Lasciare respirare la gente che è quella che manda avanti un Paese».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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