Laltra faccia del degrado. Quella che non sidentifica (almeno non ovunque e non nellimmediato) con problematiche come lo spaccio di droga, i rom o la prostituzione dei viados. Quella che passa attraverso i sottili filtri dinvivibilità che fanno pian piano scappare la gente da una zona, spopolandola e trasformandola in territorio esclusivo degli edifici di «Milano capitale mondiale della moda e polo italiano della finanza». Un fenomeno in aumento nella zona Uno, larea-cuore di Milano, i cui confini sono delimitati dai bastioni e dentro i quali abitano poco meno di 100mila persone.
«Mancano i cosiddetti negozi di vicinato: un vero flagello, soprattutto per chi è anziano e senza macchina e il centro è pieno di residenti di una certa età. La gente è convinta che il centro diventi invivibile per una certa classe sociale, ma in realtà qui la discriminante la fa anche letà anagrafica. Basta pensare al Gs di piazza Principessa Clotilde che verrà chiuso ad agosto. La proprietà ristruttura lo stabile e la nuova ottica ispiratrice non comprende lesistenza di un supermercato. Eppure è lunico della zona, lunico aperto la domenica. E, secondo le statistiche della società che gestisce i Gs, la maggioranza dei clienti è over 60. Noi non abbiamo potere sulle trattative private, lo abbiamo detto ai residenti che si sono lamentati. Tuttavia cerchiamo di vedere se è possibile ricollocare la struttura altrove, ma nelle vicinanze». Davide De Corzent (An) è presidente della commissione Commercio e fa parte della commissione Sicurezza del Consiglio di zona 1. Unarea che riflette una realtà non esattamente dorata, come qualcuno potrebbe credere, soprattutto paragonandola ad altre zone cittadine. Basta pensare a tutti gli illeciti che si consumano nella famosa «Chinatown» milanese, via Paolo Sarpi. O agli annosi problemi del mercato del martedì e del sabato in viale Papiniano, il più frequentato di Milano e dove furti, scippi, ma anche i parcheggi dei mezzi di chi ci lavora, costituiscono una continua minaccia allincolumità fisica e alla sicurezza della gente.
«Sì, viabilità e sicurezza sono le emergenze, peraltro strettamente legate al mercato di viale Papiniano - sottolinea De Corzent -. La carreggiata si restringe notevolmente, soprattutto in prossimità degli incroci dove vengono parcheggiati, in maniera selvaggia, i mezzi degli ambulanti. LAmsa non riesce a garantire uno smaltimento più veloce dei rifiuti, soprattutto nella parte di piazza SantAgostino, dove vengono venduti gli alimenti e dove il fetore dei resti è più fastidioso».
A favorire la percezione della criminalità in zona 1 ci pensa la luce, anzi la sua assenza: i commercianti di via Gerolamo Morone hanno firmato una petizione affinché la strada venga illuminata meglio perché la mancanza di luce la rende pericolosa. Lo stesso vale per alcuni «anfratti» di corso di Porta Romana e di corso di Porta Vigentina. «Posti talmente bui che, a una certa ora, ci puoi trovare gli spacciatori» spiega un edicolante di Crocetta.
«E che dire delle colonne di San Lorenzo? - chiede polemico Gianni Bazzini, titolare di un bar in via SantEustorgio -.
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