Roma - Fu sbagliato arrestare Antonino Speziale per l’omicidio dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, avvenuto il 2 febbraio del 2007 in seguito agli scontri all’esterno dello stadio di Catania, in quanto il suo arresto è avvenuto solo sulla base di "forse" ma non di prove certe. Ecco perché la V sezione penale, lo scorso 29 aprile ha annullato senza rinvio l’ordinanza del 24 gennaio con la quale il Tribunale della libertà per i minori di Catania aveva disposto l’affidamento in comunità per Antonino Speziale.
La ricostruzione della sentenza Nella sentenza 19642 depositata oggi, piazza Cavour spiega che "non è possibile stabilire che il sotto lavello sia lo strumento che ha cagionato le lesioni mortali di Raciti". Come ricostruisce la sentenza, "Speziale era stato ripreso in un filmato mentre con altri si dirigeva contro i poliziotti disposti a barriera, con un sotto lavello a mò di ariete. E, seppure non erano acquisite immagini dell’urto, si ipotizzava che con esso fosse stato colpito Raciti, che era morto a seguito di lacerazioni epatiche, per emorragia interna circa un’ora e mezza dopo il momento della ripresa".
Troppi "forse" La Cassazione, però, accogliendo il ricorso della difesa di Speziale dice chiaramente che "non basta la coincidenza di alcuni forse". Più chiaramente scrivono gli ermellini che "la supposizione che la persona indicata da Raciti corrisponda a quella che è stata ripresa mentre portava con altri il lavello e che non nega all’amico di aver cagionato alcun guasto, non si sana con il fatto che non è del tutto escluso peritalmente che quello sia stato il mezzo di produzione dell’evento, solo perchè al momento non se ravvisano altri".
Anzi, aggiunge ancora la Cassazione, "il forse ripetuto non solo resta tale, ma moltiplica l’effetto di dubbio. E la nuova ordinanza dimostra allo stato incolmabile la lacuna di gravità indiziaria necessaria per la decisione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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