Un accordo «globale e ambizioso» sul cambiamento climatico da raggiungere in occasione della Conferenza Onu sui cambiamenti climatici, prevista a dicembre a Copenaghen, quello raggiunto dal G8. Contenere a due gradi centigradi rispetto all'era pre-industriale il riscaldamento massimo del pianeta e ridurre i gas serra del 50% per tutti i Paesi entro il 2050, da portare all80 per cento per i Paesi più industrializzati. Se sul primo punto lintesa è stata generale sul secondo le resistenze sono molte. Soprattutto dai Paesi emergenti, come la Cina, che vedono nellobiettivo un condizionamento alla crescita economica. Insieme a Pechino anche il Major Economies Forum (Mef) - che raggruppa il G8, e il G5 (Cina, India, Brasile, Messico e Sudafrica) - che ha detto «sì» alla soglia dei due gradi centigradi, prende le distanze. La novità che emerge dalla bozza di Dichiarazione finale sul clima è, invece, la creazione di una partnership globale per spingere verso tecnologie «amiche del clima» a basso contenuto di carbone. I Big più Australia, Brasile, Cina, India, Indonesia, Messico e Sudafrica si impegnano ad «aumentare considerevolmente» e a «coordinare investimenti pubblici nella ricerca e nello sviluppo» delle tecnologie pulite, «con l'idea di raddoppiare questo tipo di investimento entro il 2015».
I principali settori di questa nuova azione sono: l'efficienza energetica, l'energia solare, le reti elettriche interattive, la cattura, l'uso e lo stoccaggio del carbone, i veicoli di ultima generazione, la bioenergia e le altre tecnologie «pulite».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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