Raddoppiati i contributi: all’Africa 25 miliardi di dollari

Aiutare i Paesi poveri a fronteggiare l'impatto della crisi economica e lavorare con loro «per sviluppo sostenibile, sicurezza alimentare, good governance, pace e sicurezza». Nella dichiarazione finale degli Otto all'Aquila dal titolo «Sviluppo e Africa, per una globalizzazione inclusiva e sostenibile», i Paesi industrializzati rinnovano gli impegni presi al G8 di Gleneagles del 2005. In quell'occasione, le economie più ricche promisero di aumentare gli Aiuti allo sviluppo (Aps) per arrivare a un incremento complessivo di 50 miliardi di dollari (32,2 miliardi di euro) entro il 2010, di cui il 50 per cento da destinare all'Africa, raddoppiando di fatto i contributi rispetto ai livelli del 2004. Impegno rinnovato anche per quanto riguarda gli Obiettivi Onu del Millennio: il raggiungimento dello 0,56 per cento del rapporto tra Aiuto pubblico allo sviluppo/Prodotto interno lordo (Aps/Pil) entro 2010 e lo 0,7 per cento entro il 2015. Poi conferma del Monterrey Consensus (2003) e della Conferenza di Doha sull’efficienza degli aiuti (dicembre 2008) per la ricerca di strumenti innovativi per la finanza sullo sviluppo. Aiuti che dovranno arrivare nei tempi stabiliti soprattutto per consentire ai Paesi poveri di attivare «misure concrete» contro la crisi finanziaria globale e garantire l’accesso al credito ai piccoli agricoltori e imprenditori del sud del mondo.

Il tutto prevede un «approccio inclusivo» alla globalizzazione, il solo che permetta di ottenere «risultati concreti» nella lotta contro la povertà. Per questo agricoltura, sicurezza alimentare e l’accesso all’acqua e alle cure sanitarie per tutti saranno priorità dell’agenda politica internazionale.

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