Politica

Radici del berlusconismo la destra ha scelto Silvio per liberarsi dai complessi

Il Cavaliere ha cancellato un complesso d'inferiorità senza offendere la storia passata

Radici del berlusconismo 
la destra ha scelto Silvio 
per liberarsi dai complessi

Ma che cosa ha spinto gli italiani di destra ad affidarsi a Ber­lusconi? Nel suo bel ritratto di Montanelli sul Corriere della Se­ra , Beppe Severgnini ha sostenuto che la destra italiana voleva cancellare un complesso d’inferiorità e perciò era disposta a se­guire chiunque l’avesse fatta vincere, perdonandogli tutto: pressappochismo, incoerenza, interessi personali. C’è del ve­ro in questa tesi. È vero che la destra in Italia soffriva di un com­plesso d’inferiorità, di persecuzione e prediligeva i vinti; ma, non dimen­tichiamolo, era davvero condannata al­l’emarginazione. Perciò molti di de­stra, vissuti per decenni da proscritti ­neofascisti, conservatori, cattolici e perfino liberali - o da clandestini nella pancia della Dc, si trovarono finalmen­te riconosciuti e vincenti con Berlusco­ni. Ed è un po’ vero che nel nome di quel­la riabilitazione vittoriosa furono di­sposti a perdonargli molte cose; non so­lo quelle che indica Severgnini, ma an­che l’egocentrismo e l’indole commer­ciale, la vena ludica e priapesca del lea­der showman. Ma che alternative ave­vano gli italiani di destra a Berlusconi? Assistere inerti e sempre emarginati al­l’alternativa/ compromesso tra poteri tecnocratici e sinistra? Ripiegare su un movimento radicale, se non estremo, lepenista o ancora ostinatamente no­stalgico? O inseguire il fan­tasma liberale di un partiti­no tutto ammodo, impec­cabile nella teoria ma scar­so nei consensi? Tutte ipo­tesi perdenti e avvilenti. Così la gente di destra si è trovata a tifare per Berlu­sconi che batteva la sini­stra e inseriva la destra nel gioco politico, come nessu­no aveva fino ad allora fat­to, si rivolgeva espressa­mente a loro e non offende­va la loro storia, provenien­za e sensibilità. Con una beffa aggiuntiva: sdogana­ti da Berlusconi al gover­no, i «destri» sono stati poi interdetti e cancellati in quanto alleati di Berlusconi; dopo una vita passata a sentirsi tacciare perché fascisti o reazio­nari, sono stati tacciati perché «servi berlusconiani » . Non dirò che la gente di destra sia di­ventata berlusconiana e nemmeno che Berlusconi sia diventato di destra. Dirò che ha preferito Berlusconi ai suoi riva­li e col tempo lo ha preferito anche a chi doveva più direttamente rappresenta­re la destra in Italia. Se poi i principi e le istanze di destra sono scomparsi nono­stante i governi Berlusconi, ciò è dovu­to principalmente a chi avrebbe dovuto rappresentarli. Berlusconi commercia­lizzava con successo il marchio destra, ma non era lui a produrre i contenuti, non avendo una connotazione politica e culturale. Toccava farlo alla destra, anzi alle destre: cattolica, liberale, so­ciale, nazionale. Trascinati nel succes­so da Berlusconi, diventava finalmente possibile a quel punto far pesare quei te­mi e quei valori. Ma questo, come sap­piamo bene, non è accaduto. Chi rim­piange il degrado morale e civile, la mancata rivoluzione liberale e liberista o il deperimento del patrimonio ideale e culturale, nazionale e sociale della de­stra, dovrebbe prendersela soprattutto con chi pur avendo avuto finalmente la possibilità di costruire una vera destra, viva e presente sull’onda vincente di Berlusconi, si è rifugiato prima nell’ac­cidia, poi nell’astio, infine nell’antiber­lusconismo. A volte si liquida la scelta filoberlu­sconiana della destra con l’opportuni­smo di una scelta mercenaria: Berlusco­ni vi ha comprati. Per chi ha costruito la propria vita su scelte, valori, culture contrari al potere dominante, pagando­ne lo scotto, è un’accusa ingiusta e infa­me. Se vogliamo parlare di opportuni­smo perché non citare allora l’opportu­nismo di quei moderati benpensanti che non hanno avuto il coraggio di sce­gliere per timore di uscire dal giro, dai patronati e dai canoni vigenti, e in pie­no bipolarismo si sono defilati nel ma­nierismo e nel cerchiobottismo? E se fosse anche un po’ colpa loro, inclusi i montanelliani casti e puri, la deriva che ne è seguita? E se fosse colpa pure di chi era sul versante opposto e anziché con­frontarsi con la destra civile, con il sen­so dello Stato e dell’amor patrio, l’ha condannata all’inferno? Per loro l’uni­ca destra da rispettare è la destra dei morti e dei perdenti. Scegliendo Berlusconi gli italiani di destra compirono l’unica scelta possi­bile per loro. In alternativa c’era solo il ritiro sul Monte degli Eremiti. Con la Dc l’Italia moderata si turò il naso, come auspicò Montanelli, col fa­scismo si tappò la bocca, e con Berlusco­ni chiuse un occhio, o forse due.

Ma l’al­ternativa era peggiore o proprio non c’era.

Commenti