Arroccata su una collina, protetta dalle sue mura medievali, Perugia in questi giorni vive di sospetti. Le «voci» si mischiano ai fatti e i gossip debordano oltre la realtà. Le studentesse che frequentavano il corso per Erasmus con Meredith e le compagne di Amanda sono impenetrabili, terrorizzate da chiunque le avvicini per fare domande o avere informazioni. Solo una, in disparte, riferisce a bassa voce un pettegolezzo: «So che Meredith e Raffaele si conoscevano, da prima che Amanda arrivasse qui, forse c'era anche qualcosa di più. Mi stupisce che non sia emerso da nessuna parte. Qui è una voce che gira, siamo in pochi e sappiamo tutto di tutti». Poi anche lei scappa per la paura di aver detto troppo. E insiste: «È solo una voce». Una voce che altri ripetono. Oltre allo sgomento che la città non riesce a scrollarsi di dosso, sembra che amici o conoscenti di chi è in cella con il peso di un'accusa difficile da sopportare, stiano rileggendo il passato con occhi più attenti, dando ai dettagli un valore meno banale. L'insegnante di italiano di Amanda, la professoressa Antonella Negri, ricorda che la ragazza «arrivava sempre puntuale a scuola». «Ecco - dice - ora un po' mi stupisce, perché ho saputo dai giornali che la sera lavorava in un locale. Per il resto era una persona molto diligente».
Poi ci sono vecchi malumori, come quelli di chi si lascia andare al solito: «Tanto prima o poi doveva succedere». «Sesso, droga, criminalità. Con che coraggio oggi proponiamo alle matricole di venire a studiare nella nostra università?», si chiede un'impiegata dell'università.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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