Ragazza in coma dopo lo scippo Presi i banditi: hanno 15 e 17 anni

L’hanno ridotta in fin di vita per scipparle la borsa ma sono stati riconosciuti da sua sorella e da un amico e sono stati arrestati. È successo l’altra sera nella centralissima piazza Dante, a Napoli. Francesca Letizia, 27 anni di Capaccio Scalo, neolaureata in biologia, è ora ricoverata in coma nel reparto di rianimazione dell’ospedale Loreto Mare. Era a Napoli per preparare un dottorato.
Ieri mattina, due minorenni, 15 e 17 anni, sono stati fermati con l’accusa di essere gli autori dell’aggressione. Il quadro clinico - la giovane ha riportato una frattura al cranio e un ematoma cerebrale, rimosso con una delicata operazione - resta particolarente difficile, ma i medici sono ottimisti. La rassicurazione arriva dal primario del reparto di rianimazione, Maurizio Postiglione. «La giovane - ha spiegato il medico - sta uscendo gradualmente dalla sedazione farmacologica praticata dopo l’intervento, e si assiste a una sua risposta positiva, sia dal punto di vista clinico che strumentale».
Le modalità dello scippo sono state ricostruite dagli investigatori: i due aggressori (uno dei quali, il quindicenne, ha precedenti specifici), in sella ad un ciclomotore, hanno scaraventato la ragazza a terra, facendole sbattere violentemente la testa, nel tentativo di strapparle la borsetta. All’inizio non sembrava così grave, quando però dopo qualche ora la sorella l’ha portata al Loreto Mare, la tac ha rivelato l’esistenza di un ematoma cranico. Intanto erano scattate le indagini. Non c’è voluto molto ai carabinieri per arrivare ai due banditi in erba, tantopiù dopo aver ritrovato il motorino utilizzato per il «colpo». I due ragazzi risiedono nei Quartieri Spagnoli. E qui sono scattate le manette, mentre erano a casa.
Nei corridoi del reparto di rianimazione, il papà di Francesca, Alberto, insieme con la moglie e l’altro figlio Vincenzo, punta il dito contro le istituzioni. «Sono assenti - attacca -, la criminalità a Napoli non si può sconfiggere solo rafforzando gli organici delle forze dell’ordine ma dobbiamo avere una maggiore certezza della pena. L’esercito nelle strade è solo un’operazione di facciata. Anche perché sappiamo che gli aggressori di Francesca, essendo minorenni, domani già saranno fuori». Poi una precisazione: «È stato scritto che l’aggressione sarebbe avvenuta intorno alle quattro del mattino. Non è vero, era mezzanotte e quaranta».
Affranta la madre, che vegliando la figlia stringe al petto un libricino di preghiere.
Dal sindaco Rosa Russo Iervolino le solite frasi, quelle che si sentono ripetere all’indomani delle troppe tragedie napoletane. «È un fatto gravissimo - dice la prima cittadina -, sia perché mette a rischio la vita di una ragazza che attraversava tranquillamente il centro cittadino, sia perché a compiere questo atto inqualificabile sono stati dei minorenni, due ragazzi giovanissimi. Naturalmente rivolgiamo alla giovane l’augurio più vivo e affettuoso insieme alla solidarietà piena ai familiari. Le istituzioni non possono però rimanere indifferenti rispetto ad una tragedia di tale portata».


Secondo la Iervolino oggi «si ripropone con forza il problema della necessità non solo di intensificare la repressione, ma di elaborare e realizzare un articolato progetto di prevenzione per le singole situazioni minorili, in modo da allontanare realmente, quanto più possibile, i giovani dalla criminalità. È su questo fronte che è necessario intervenire, e potenziare l'impegno da parte di tutte le istituzioni».

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