Una ragazza scandalo rianima gli scrittori spompati

C he gli inglesi abbiano sempre avuto il mito di andarsene dalla città - nello specifico del topos letterario, sempre e comunque da Londra - per far vita di campagna non è una novità. Le residenze da favola poggiate su soffici tappeti d’erba sono un classico nella letteratura britannica, da Jane Austen a James Ivory a Muriel Spark. Quel che all’apparenza cercano, gli inglesi, è la quiete: assenza di rumore e di folla significa scorpacciata di privacy e conseguente pace interiore. Perciò la storia di Tamara Drewe, ex adolescente bruttina ora procace giovane giornalista londinese che se ne torna nel natio Dorset sconquassando la quiete di una piccola mandria di scrittori maschi al pascolo in una fattoria-residence gestita da un giallista fedifrago e da una moglie di diserotizzante efficienza, risulta tanto più divertente quanto più incredibile.
E perciò gli inglesi, incoerenti e imperfetti quanto tutti gli esseri umani, hanno trasformato in eroina di culto una ragazza che manderebbero al diavolo se facesse irruzione nella loro residenza di campagna. Tamara Drewe è infatti stata nel 2005 e 2006 la protagonista delle strisce a fumetti più amate tra quelle pubblicate dal quotidiano The Guardian: sua è la vicenda narrata nella graphic novel a puntate firmata Posy Simmonds e liberamente ispirata al romanzo del 1874 Via dalla pazza folla, uno dei meno noti del grande Thomas Hardy. Non a caso anche il capolavoro di Hardy apparve a puntate, sul Cornhill Magazine, ed ebbe da subito vasta eco. E non a caso il titolo è tratto da un verso di una poesia scritta oltre un secolo prima, Elegia scritta in un cimitero campestre di Thomas Gray, la poesia con cui, fin dalle elementari, si dà ad ogni bravo bimbo inglese l’imprinting della sacralità rurale da inseguire come una chimera per tutta la vita.
Domani il libro che raccoglie la graphic novel, Tamara Drewe (Nottetempo, traduzione di Susanna Raule) arriva anche in Italia insieme alla black comedy dall’omonimo titolo che ne ha tratto Stephen Frears (che, per inciso, ha casa in campagna nel Dorset). Il film, presentato allo scorso Festival di Cannes, cerca di conservare tutta la corroborante inglesità dell’edizione a strisce e sfoggia nella sceneggiatura le qualità che hanno fulminato gli inglesi grazie ai fumetti della Simmonds: irriverenza, giostre di coppie e pistola puntata contro la vampirizzazione delle vite altrui che contraddistingue certi, molti, (tutti?), scrittori e scribacchini. Tamara li fa innamorare tutti e risveglia in loro eccitazione, gelosia, competizione sessuale, gusto per l’intrigo.

Che importa se sbertuccia le loro insicurezze, dà scandalo in tutto il vicinato ed è sempre a un passo sia dal calcio nel sedere che dalla tragedia? Quel che conta è che reinserisca nelle loro vite la Vita, che è come dire la Trama. E con esse, una compagna che da troppo tempo avevano smesso di frequentare: l’Ispirazione.

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