A volte ritornano. Lei ha scelto di farlo alla grande tornando a 33 anni a sedersi per la quinta volta sul trono che le compete: quello di campionessa del mondo. Per farlo Valentina Vezzali ha dovuto imparare nuovamente a essere «cannibale», come una volta, come prima che l'infortunio al ginocchio destro e l'ascesa dell'emergente Margherita Granbassi concorressero a sfilarle dal capo la corona. Proprio a lei, che con otto coppe del Mondo e 56 gare vinte nel giro di nove anni, dal 1996 al 2004, era stata a lungo l'indiscussa stella nel firmamento del fioretto.
Vittoria arrivata proprio sulla principale rivale Margherita Granbassi, vendicando così la sconfitta subita nella finale di Torino dell'anno scorso, mentre la Trillini, classe 1970, anche quest'anno si deve accontentare del bronzo.
Finale molto equilibrata, dicevamo, che giunge alla terza manche sul punteggio di 5-5. A quel punto la situazione si fa abbastanza confusa e nervosa, con parecchi bersagli non validi, contestati soprattutto dalla triestina, che spesso sottolinea con sorrisi ironici le decisioni del giudice di gara. Sull'ennesima stoccata contesa, con la Vezzali avanti di una stoccata (7-6), la Granbassi chiede l'intervento della moviola. In effetti sembrerebbe il punto del pareggio, ma il presidente la pensa diversamente e, quando al termine manca meno di un minuto (55''), il confronto prende una piega favorevole alla Vezzali.
La rivale della jesina a quel punto si trova costretta a rischiare, riuscendo anche a portarsi sul -1 a 30''.
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