Rai, il Cda accetta il ritorno di Santoro in video

Con un voto a maggioranza, cinque favorevoli e quattro contrari, il Consiglio di amministrazione della Rai ha dato mandato ieri sera al direttore generale Alfredo Meocci di ricorrere in appello contro la sentenza del tribunale del lavoro di Roma che ordina il reintegro in azienda di Michele Santoro con un programma che abbia analoghe caratteristiche a «Sciuscia» e impone alla Rai di pagare al giornalista un risarcimento di 700 mila euro. Allo stesso tempo però il cda ha anche chiesto la piena utilizzazione del giornalista in azienda, con voto all'unanimità. Al terzo punto della delibera dedicata al cosiddetto caso Santoro il vertice di Viale Mazzini ha approvato (sempre con la maggioranza di cinque voti favorevoli e quattro contrari) un testo nel quale si ribadisce che questo «rientro» non deve costituire una pregiudiziale all'appello e a eventuali soluzioni transattive. Accolto solo in parte, quindi, l’invito che Giuseppe Giulietti, Enzo Carra e Franco Giordano, rispettivamente capigruppo dei Ds, della Margherita e del Prc avevano rivolto alla commissione di Vigilanza sulla Rai affinché recepisse «in modo integrale le diverse sentenze che diversi tribunali hanno già emesso» a favore del giornalista.
«Da domani Santoro - ha detto Alessandro Curzi, consigliere d’amministrazione -, può e deve ricominciare a lavorare in pieno per l'azienda». Per Giuliano Urbani, anche lui consigliere d’amministrazione, si tratta di «una soluzione felicissima».

È stata comunque una decisione «molto sofferta perché se anche dal punto di vista politico c'era un accordo sostanziale già dalla scorsa riunione del Cda, da quello giuridico la questione era delicatissima e abbiamo dovuto interrompere anche la riunione. C'era poi da parte dei colleghi della minoranza del Cda la legittima opposizione, dal loro punto di vista, all’appello».

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