Raid al cimitero ebraico: abbattute 40 tombe

«Si tratta di un episodio molto grave, senza precedenti nella nostra città». Yasha Reibman, portavoce della comunità ebraica di Milano, ha commentato così il danneggiamento di 40 tombe nel cimitero ebraico all’interno del Cimitero Maggiore di via Jona avvenuto l’altra notte. Sulle tombe non sono state trovate scritte. L’ipotesi al momento più accreditata da parte degli inquirenti è che sia un atto di vandalismo più che di antisemitismo. Il cimitero è adiacente a uno dei campi nomadi più grandi di Milano, quello di Triboniano dove la notte del raid c’è stata una festa. Secondo i custodi del cimitero, che si sono accorti dei danneggiamenti nel giro di sorveglianza del pomeriggio, sono abbastanza consueti gli episodi di ingressi notturni, soprattutto con lo scavalcamento del muro di cinta, alto circa tre metri, ma mai si sono registrati danni rilevanti. Le tombe colpite - nessuna delle quali profanata - si trovano tutte nel «campo 8», il più vicino al muro di cinta.

«È un fatto di estrema gravità - ha detto il vicesindaco, Riccardo De Corato - da condannare nel modo più fermo». «Lo sdegno non basta più: - è stato il commento di Letizia Moratti - è necessario l'isolamento culturale e politico di chi compie questi atti».

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