Cultura e Spettacoli

Ramadan e Capodanno uniscono arabi ed ebrei

Il calendario lunare fa coincidere oggi l’inizio delle due festività

A partire da questa sera per due giorni consecutivi gli ebrei celebrano la festa di Rosh HaShana, il Capodanno, inizio del loro calendario lunare di 12 mesi di 29 o 30 giorni, mese di Tishri. Per farlo combaciare con l’intero ciclo di rotazione dell’astro, gli ebrei aggiungono un mese ogni due o tre anni. I I musulmani, invece, aggiungono 11 giorni ogni 30 anni col risultato che nel 2006, l’inizio dell’anno ebraico coincide con quello del mese di Ramadan. Due elementi li collegano: sacralità e introspezione come condizione per il perdono divino. Per gli ebrei il Capodanno è - contrariamente a quello occidentale - un giorno di preghiera, non di gioia. Secondo la tradizione viene aperto in cielo il «libro» della sorte di ciascun essere vivente e dei popoli in cui è scritto il destino di ciascuno nel prossimo anno: chi vivrà, chi morirà, chi si arricchirà, chi impoverirà. Il giudizio finale viene però posposto di dieci giorni e «sigillato» nel giorno del Kippur, o del perdono, osservato con venticinque ore di totale digiuno e di preghiera.
Per i musulmani l’intero mese di Ramadan è un mese di digiuno. Va dall’alba al tramonto ed è molto più pesante nei mesi estivi che nei mesi autunnali o invernali in cui il giorno di luce si accorcia. Mentre per gli ebrei non ci sono restrizioni particolari salvo che per il Kippur, per i musulmani è proibito durante tutto il mese di Ramadan mangiare, bere, fumare e avere rapporti sessuali dall’alba al tramonto. La sera, dopo la rottura quotidiana del digiuno, è occasione di riunioni e banchetti famigliari con l’ospitalità offerta a quanti più amici e bisognosi possibili. Il digiuno del Ramadan è uno dei cinque precetti fondamentali del musulmano, mentre il Kippur è uno dei 636 obblighi dell’ebreo.
I collegamenti fra le due tradizioni sono dunque molteplici come le differenze. La più evidente è la datazione dei rispettivi calendari. Quello ebraico inizia con l’immaginaria «creazione del mondo» per cui gli ebrei festeggiano quest’anno l’entrata nell’anno 5767. Data che scientificamente non ha alcuna base (e che gli esegeti biblici hanno cercato di spiegare attribuendo a ciascun anno un’epoca) ma che forse ha un qualche fondamento potrebbe averlo se la scrittura data appunto secondo alcuni attorno ai seimila anni.
Il calendario dei musulmani inizia invece con un evento storico - la fuga di Maometto dalla Mecca - che avvenne secondo il calendario solare gregoriano il 15 luglio del 622. In altre parole i musulmani si trovano alla fine del loro 14esimo secolo di storia; gli ebrei alla vigilia del sesto millennio, che per i cabalisti sarebbe - come il venerdì per il sabato - la vigilia dell’epoca messianica.

Il che porta a pensare - anche se non con grande speranza - che la sovrapposizione casuale dei due calendari, in quanto momenti di riflessione e di esame spirituale, possa servire a una domanda di perdono che, in tutte le fedi, è pre-requisito di pace.

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