Domenico Latagliata
Torino - Le ultime due volte che la Juventus si è affacciata ai piani alti dell'Europa è stata ricacciata indietro brutalmente da Liverpool e Arsenal. Fabio Capello allenatore, era pre-calciopoli, quarti di finale di Champions: nel 2004-05 i Reds (2-1 ad Anfield Road, 0-0 a Torino), l'anno dopo i Gunners (2-0 ad Highbury, 0-0 al Delle Alpi). Stasera sapremo quel che sarà capace di fare il Chelsea, che parte dall'1-0 dell'andata ed è vice-campione d'Europa in carica.
La Juve ci crede per contratto e per convinzione: a Londra la squadra di Hiddink ha vinto ma non convinto fino in fondo, Buffon ha trascorso una serata tutto sommato non da incubo e, anzi, sono stati i bianconeri a finire con il serbatoio della benzina ancora mezzo pieno. Se è stata quella un'occasione sprecata al punto da rimpiangerla nel corso degli anni, lo sapremo per l'appunto dopo le 20,45: «All'andata loro hanno giocato una gara discreta e hanno vinto, noi una buona partita e abbiamo perso: va capovolto il tutto», è la sintesi di Del Piero. Più che mai in versione Achille, isolatosi per giorni dal resto del mondo e adesso pronto alla battaglia: «In questi anni ne abbiamo passate, siamo pronti a dare tutto e anche qualcosa di più. Il risultato da recuperare non è pesantissimo, ma servirà qualcosa che vada oltre l'aspetto tattico: cuore, voglia, ambiente. Le motivazioni che abbiamo noi sono diverse da quelle di chiunque altro».
Del Piero con Trezeguet: per entrare tra le magnifiche otto d'Europa, Ranieri si affiderà insomma alla vecchia guardia. Loro due, del resto, con il gol hanno un feeling tutto particolare: 48 quelli segnati dal capitano nelle competizioni europee, 27 quelli del francese. Più impressionanti, in realtà, sono i numeri che ne descrivono le gesta da quando vestono insieme il bianconero: 164 i gol di Del Piero, 161 quelli di Trezeguet. Entrambi non hanno giocato il derby contro il Toro per essere al top stasera: il francese arriva all'appuntamento più importante della stagione cinque mesi e mezzo dopo la doppia operazione alle ginocchia e - gioco forza - con una sola rete segnata in stagione. Del Piero ha trascinato fin qui la Juve e negli occhi di tutti ci sono le perle contro il Real Madrid. Sottovoce va però detto che nel 2009 l'attacco bianconero è partito maluccio: due gol per Iaquinta e Del Piero, uno per Trezeguet e Amauri. Sei reti in quattro, in 14 partite archiviate: poco, effettivamente.
Stasera, è chiaro, servirà una Juve attenta e fisicamente al massimo «per avere la meglio su quella che è tornata a essere una vera macchina da guerra costruita spendendo tanti soldi», dice Ranieri: come è noto mancherà Sissoko (operato oggi al piede: stagione finita) e non sarà assenza da poco. Potrebbe allora scoccare l'ora di Poulsen, acquistato in estate a peso d'oro dal Siviglia e confinato in panchina a Stamford Bridge «perché io guardo il rendimento, non altro»: ci sarebbe da ribattere che il danese è stato voluto proprio da Ranieri, ma la Juve spera ancora di avere visto giusto. In realtà, la coppia di centrali dovrebbe essere formata da Tiago e Marchisio: sugli esterni, Salihamidzic (Marchionni è ko) e Nedved.
L'ipotesi Iaquinta sulla fascia sarà tenuta buona per i lavori in corso, in caso di necessità.
Non ci sarà neppure Legrottaglie (al suo posto Mellberg): «Io però ho giocatori meravigliosi - annuncia Ranieri - che sanno sempre trovare energie nuove per spingersi oltre ogni limite. Non esiste alcun complesso di inferiorità nei confronti degli inglesi, almeno non sul campo: hanno più soldi di noi, ma questa è solo una constatazione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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