Rapallo: Pernigotti e le quote rosa mettono Costa nei guai

Qualche rapallese ha deciso di prenderla con filosofia e riderci su: «In tempo di crisi anche la giunta viene nominata a rate». Ieri, ad undici giorni dalla vittoria, i cinque assessori di Giorgio Costa hanno finalmente un nome e un volto. Nel mezzo, però, è successo di tutto. Il peccato originale si consuma a distanza di sedici ore dall'affermazione elettorale, quando l'odore di spumante è ancora nell'aria: il neo sindaco e Armando Ezio Capurro annunciano la giunta e gli incarichi dei consiglieri a tempo di record. Sembra fatta, ma la celerità si trasforma in un boomerang che scatena il caos. Il primo problema sollevato è la mancata collegialità della decisione, presa senza nemmeno una riunione con tutti i membri della coalizione; il secondo scivolone è l'assenza di una donna, fatto quest'ultimo che ha portato il Tar del Lazio a sciogliere la giunta di Viterbo; il terzo nodo riguarda la nomina ad assessore di Massimo Pernigotti, sostenitore di Costa al ballottaggio, in appoggio a Pier Giorgio Brigati al primo turno: Liguria viva, il movimento di Ezio Chiesa che in maggioranza ha un consigliere, non ci sta e minaccia di passare all'opposizione se Pernigotti non viene rimosso dalla giunta. Insomma, un cubo di Rubik con diciotto colori a cui si aggiunge la posizione di Capurro. Al consigliere regionale, che per legge non può fare l'assessore in comune, viene promessa la presidenza del consiglio e un pokerissimo di incarichi: bilancio, patrimonio, lavori pubblici, urbanistica e personale.
In sostanza ciò che conta è in mano ad una sola persona, peraltro nemmeno assessore e quindi impossibilitata a partecipare alle riunioni di giunta. Dal «Messi della politica», come l'ha ribattezzato Rosario Monteleone, arriva il miglior assist per chi, in campagna elettorale, aveva messo i cittadini in guardia: «Attenzione sarà Capurro il vero sindaco». È la goccia che fa traboccare il vaso. Costa ritratta: «Non c'è nulla di ufficiale, ci siamo fatti prendere dall'entusiasmo». Cominciano febbrili i contatti e le retromarce. Pernigotti, che probabilmente andrà a presiedere la commissione edilizia, fa un passo indietro placando le ire di Liguria viva. Il consiglio comunale, che nelle intenzioni iniziali doveva essere convocato lunedì 4 giugno, slitta di una settimana, cioè al termine ultimo che la legge consente per la riunione del parlamentino. Nel mentre Costa annuncia una mini giunta con tre assessori per portare avanti le prime pratiche: Salvatore Alongi, con deleghe a politiche sociali e sociosanitarie; Gualtiero Di Carlo allo sport e Paolo Iantorno incaricato ad ambiente e servizi ecologici. Sugli ultimi due nomi il sindaco si prende ancora qualche giorno. Poi, ieri, scioglie i dubbi: a completare il puzzle ci sono Paola Tassara, che si occuperà di pubblica istruzione e cultura, e Massimo Zero, assessore ad edilizia privata e demanio. Ma se il rebus giunta con tanto di quota rosa è risolto, quello su Capurro no. Il sindaco non si sbilancia: «Se uno sa fare cinque cose, ne fa cinque. Io da lui mi aspetto moltissimo, perché è proprio bravo». Una cortina di fumo: ancora, infatti, non si sa quali incarichi ricoprirà l'ex primo cittadino e se sarà anche il presidente del consiglio. Così come non è dato sapere chi si occuperà, tra i consiglieri di maggioranza, di altri incarichi importanti come la viabilità. Ce ne sarebbe abbastanza per girare una soap opera, ma non è finita, perché mentre il primo cittadino temporeggia spunta la presunta incompatibilità di alcuni membri della maggioranza, a causa di alcuni ricorsi presentati contro la passata amministrazione. Per evitare problemi e sorprese i ricorsi verranno ritirati, ma sul tavolo, nel frattempo, rimangono ancora molte incognite. Sul perché dei ritardi e degli annunci dosati, Costa fa il vago: «Vogliamo ponderare bene, io sono uno che prima ragiona e poi parla». Di date certe non ce n'è: «Non so quando ufficializzeremo tutto, forse al primo consiglio comunale».


Ci vorrà ancora più di una settimana, dunque, per scoprire il ruolo di Capurro e degli altri consiglieri: sembra l'andamento lento cantato da De Piscopo al festival di Sanremo. In tempo di crisi anche la spartizione degli incarichi deve essere data a rate.

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