Rapina alle Poste finisce nel sangue:

Scenario da Far West ieri mattina a Bollate, per una rapina che ha fruttato soli mille euro di bottino. A terra sono rimasti due feriti: un impiegato dell’ufficio postale preso di mira gambizzato dai malviventi e, a seguito di un violento conflitto a fuoco con i carabinieri, uno dei banditi. Si tratta di Andrea L. 36 anni milanese, pluripregiudicato residente a Quarto Oggiaro, attualmente in coma all’ospedale Niguarda. Tutto ha inizio poco dopo le 9, quando alle Poste centrali di via Leonardo da Vinci, fanno irruzione due malviventi, armati con pistola e mitraglietta. Dentro, fra clienti e impiegati, ci sono una quindicina di persone. I banditi, particolarmente determinati e violenti, si fanno strada spianando le armi; poi saltano il bancone e si fanno consegnare il poco danaro contenuto nei cassetti. Il bottino è magro e ciò li innervosisce; ambiscono alla cassaforte, ma uno degli impiegati cerca di spiegare loro che l’apertura è a tempo. Ne riceve in cambio un proiettile alla gamba. I due scappano e raggiungono un Fiorino bianco, precedentemente rubato, parcheggiato vicino l’ufficio postale. Si dirigono verso il centro, poi imboccano lo stradone dell’ospedale e via verso Novate, destinazione Quarto Oggiaro. Nel frattempo scatta l’allarme ed anche il dispositivo anti rapina, predisposto proprio di recente dai carabinieri della compagnia di Rho, guidata dal capitano Luca Necci. Pochi minuti dopo una pattuglia infatti intercetta a Novate, in via Beltrami, il furgone in fuga. I militari inseguono i malviventi e li raggiungono, tentando di fermarli. Ma quando l’auto dell’Arma affianca l’altro mezzo, il conducente di quest’ultimo apre il fuoco. Spara due volte contro gli uomini in divisa che viaggiano ormai paralleli; per fortuna un colpo che avrebbe sicuramente centrato il graduato a bordo della Gazzella, viene deviato dallo specchietto esterno del Fiorino. I Carabinieri rispondono al fuoco e Andrea L. ancora al volante del mezzo in fuga, viene colpito alla testa ed all’addome. L’auto si ferma; il complice Vincenzo M. di 39 anni e armato di mitraglietta, tenta la fuga a piedi. Inseguito dal milite che esplode un colpo in aria a scopo intimidatorio, si convince alla resa. L’altro bandito, nonostante le ferite è più determinato. Esce dalla macchina dalla parte del passeggero e facendosi scudo della portiera, aspetta di mettere nel proprio mirino l’altro milite.

Quando lo vede spara, ma la pistola per fortuna s’inceppa. Il ferito non si dà per vinto: ricarica la pistola per riprovarci costringendo il militare a fare fuoco a sua volta, per evitare di essere ammazzato. Il bandito è in condizioni disperate.

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