Rapito a Mosul l’arcivescovo cattolico caldeo

Bagdad. Un commando armato ha sequestrato l’arcivescovo cattolico caldeo di Mosul, importante città del nord dell’Irak. Il rapimento è avvenuto nel pomeriggio, quando il prelato era appena uscito dalla chiesa del Santo Spirito, dove aveva celebrato il rito della Via Crucis. L’autista aveva appena avviato l’auto quando gli aggressori sono piombati aprendo il fuoco e uccidendolo insieme con le due guardie del corpo che si trovavano a bordo; Faraj Raho, invece, è stato catturato vivo e portato via. Non si conoscono le sue condizioni. Il vescovo caldeo di Erbil, altra città del nord iracheno, ha detto ieri sera che al momento il sequestro non era stato ancora rivendicato. In serata Benedetto XVI ha rivolto un appello per l’immediata liberazione dell’arcivescovo Raho, parlando di «azione esecrabile». Si tratta dell’ennesimo episodio di violenza ai danni della comunità cristiana irachena, che a causa del susseguirsi di omicidi e di pesanti minacce da parte di integralisti musulmani si è fortemente ridotta di numero: molti infatti, temendo per la propria stessa vita, hanno scelto di lasciare il Paese.


Sempre ieri a Mosul, città di solito relativamente tranquilla, sono stati trovati i corpi crivellati di proiettili e con le mani legate di un giudice e di un avvocato. I due erano stati sequestrati in mattinata. Si teme che l’arcivescovo rischi la stessa tragica fine.

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